Giancarlo
Niccolai
Via
Borgo Viterbo 30
51100
Pistoia
Egregio Sig. Dott.
Matteo Renzi
Presidente del Consiglio
dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma
“…Per fare
memoria…”
Signor
Presidente,
Sono a scriverLe in occasione dell’approssimarsi
dell’anniversario dell’attentato che ho subito la mattina del 22 Giugno 1977,
ad opera dell’organizzazione eversiva Prima Linea, mentre mi recavo al lavoro
nell’azienda di cui ero dipendente, la “Breda” di Pistoia.
Caddi gravemente ferito sotto il fuoco delle P38, ed
ancora oggi porto i segni di quella inaudita violenza.
Ero un esponente della Democrazia Cristiana.
Ho sempre creduto ad un cambiamento con la forza
delle idee.
Il 29 Marzo 2010 mi è stata conferito con decreto
del Presidente della Repubblica la medaglia d’oro di “vittima del terrorismo”.
Quanto fin qui detto non è certo per porre l’attenzione su una storia
che risale a quando Lei era ancora bambino, ma solo per condividere una
riflessione che si fa sempre più necessaria, soprattutto in questo momento di
grandi contrasti sociali e politici, che rischiano di scivolare pericolosamente
su crinali di violenza, che mi fanno ritornare a quegli anni troppo spesso
messi da parte o dimenticati dagli stessi contemporanei di allora.
Purtroppo l’Italia dimostra talvolta di dimenticare il suo passato, ma
dimenticare significa perderne traccia, non portarne alcun segno alle nuove
generazioni.
Sono riuscito, col tempo, a perdonare proprio
coloro che mi spararono, ma questo è un percorso personale. Prima che alla mia
persona hanno attentato alla libertà del popolo italiano e alla democrazia
repubblicana così faticosamente conquistata attraverso il sacrificio di sangue
versato da tanti nostri concittadini. Come me quegli anni, definiti poi “anni
di piombo” hanno visto vittime del fuoco scellerato di gruppi eversivi
centinaia di persone morte e ferite assurdamente.
Memori di tutto questo dovremmo aver cura di non
gettare una spugna su di una fase importante della storia del nostro paese.
Sempre più, invece, è il rischio di far scivolare nella dimenticanza una storia
della quale non si vuol parlare per non far riaffiorare drammi, mai
definitivamente risolti, di una stagione che ha rappresentato uno dei momenti
più bui della storia della nostra Repubblica.
Il nostro è un Paese che dimentica troppo in fretta, non riuscendo a
fare i conti col proprio passato. Questo stesso periodo storico talvolta è
completamente sconosciuto alle nuove generazioni, quei ragazzi che diventeranno
presto i nuovi costruttori di quella democrazia mai conquistata una volta per
sempre, coniugando la libertà politica con la giustizia sociale.
Per questo Le chiedo, Signor Presidente, di farsi
interprete di una richiesta che si fa sempre più pressante riguardo la
necessità di inserire esplicitamente nella formazione dei ragazzi che sono oggi
studenti, la memoria di una fase del nostro passato recente che nelle scuole
italiane non viene mai approfondita e quasi mai nemmeno accennata nei programmi
di storia.
Dimenticare il passato mette a rischio il futuro di
tutti.
Deve esse questa generazione, insieme a quelle
future, a fare memoria, di quanto è accaduto negli anni ’70 perché ciò che è
avvenuto non si ripeta, così da poter costruire un mondo dove la politica
diventi sempre più strumento per la ricerca del bene comune.
Ringraziandola per il tempo che ha messo a
disposizione la ringrazio per l’attenzione e Le auguro buon lavoro.
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