E’ necessario saper
vedere i segni dei tempi
e saperli giudicare
alla luce della fede.
In un periodo di gravissima cancellazione
della memoria, ricordare Vittorio
Bachelet ucciso il 12 febbraio di 35 anni fa, può sembrare quasi inutile se
non desueto, quando invece significa riaffermare con forza l’importanza di una
figura, che seppe lasciare una traccia indelebile sia sul piano del
rinnovamento ecclesiale che del diritto costituzionale. Perciò, come promotori
del Giardino dei Giusti di Pistoia –
in cui una pietra ricorda il grande giurista -
da noi voluto come monito degli spiriti che seppero dire di no in nome del
valore universale dell'uomo e della giustizia, intendiamo condividere
una riflessione sull’importanza della sua opera e del suo impegno stroncati da
un vile attentato delle Brigate Rosse. Nessuno dimenticherà le bellissime parole
pronunciate dal figlio Giovanni nel giorno dei funerali: Vogliamo pregare anche per quelli che hanno
colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve
trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta,
sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri.
Uomo di profonda fede, non abbandonò mai la militanza
nell'Azione Cattolica e ne divenne uno dei principali dirigenti nazionali. Nel 1959,
Papa Giovanni XXIII lo nominò
vicepresidente nazionale e Paolo VI nel 1964, presidente generale per la prima
volta; venne riconfermato anche per i
due mandati successivi, fino al 1973. La missione che gli venne affidata dai
due Papi fu rinnovare l'Azione Cattolica per attuare il Concilio, come
recita il titolo di un suo libro del 1966. La svolse democratizzando la vita
interna dell'associazione in piena coerenza con il rinnovamento conciliare e
promuovendo una nuova corresponsabilità dei laici nella vita della Chiesa.
Negli studi, negli scritti e nel suo
insegnamento universitario ebbe sempre la Costituzione
come punto imprescindibile di
riferimento per il suo impegno come giurista, introducendo profonde innovazioni
sul rapporto tra disciplina militare e ordinamento statale, tra Costituzione e Amministrazione.
Il suo impegno in politica con
la Democrazia Cristiana, che lo portò anche ad esser consigliere del comune di
Roma e vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, fu
contraddistinto da una costante attenzione
ai bisogni emergenti dalla società secondo un pensiero che dovrebbe ispirare
anche i politici attuali: L’impegno
politico non è altro che una dimensione del più generale e essenziale impegno a
servizio dell’uomo.
Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo
Milani di Pistoia
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