Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

domenica 21 giugno 2015

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Giancarlo Niccolai
Via Borgo Viterbo 30
51100 Pistoia

                               
                                                                                                                                      Egregio Sig. Dott.
Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma


“…Per fare memoria…”


Signor Presidente,
Sono a scriverLe in occasione dell’approssimarsi dell’anniversario dell’attentato che ho subito la mattina del 22 Giugno 1977, ad opera dell’organizzazione eversiva Prima Linea, mentre mi recavo al lavoro nell’azienda di cui ero dipendente, la “Breda” di Pistoia.
Caddi gravemente ferito sotto il fuoco delle P38, ed ancora oggi porto i segni di quella inaudita violenza.
Ero un esponente della Democrazia Cristiana.
Ho sempre creduto ad un cambiamento con la forza delle idee.
Il 29 Marzo 2010 mi è stata conferito con decreto del Presidente della Repubblica la medaglia d’oro di “vittima del terrorismo”.
 Quanto fin qui detto non è certo per porre l’attenzione su una storia che risale a quando Lei era ancora bambino, ma solo per condividere una riflessione che si fa sempre più necessaria, soprattutto in questo momento di grandi contrasti sociali e politici, che rischiano di scivolare pericolosamente su crinali di violenza, che mi fanno ritornare a quegli anni troppo spesso messi da parte o dimenticati dagli stessi contemporanei di allora.
 Purtroppo l’Italia dimostra talvolta di dimenticare il suo passato, ma dimenticare significa perderne traccia, non portarne alcun segno alle nuove generazioni.
Sono riuscito, col tempo, a perdonare proprio coloro che mi spararono, ma questo è un percorso personale. Prima che alla mia persona hanno attentato alla libertà del popolo italiano e alla democrazia repubblicana così faticosamente conquistata attraverso il sacrificio di sangue versato da tanti nostri concittadini. Come me quegli anni, definiti poi “anni di piombo” hanno visto vittime del fuoco scellerato di gruppi eversivi centinaia di persone morte e ferite assurdamente.
Memori di tutto questo dovremmo aver cura di non gettare una spugna su di una fase importante della storia del nostro paese. Sempre più, invece, è il rischio di far scivolare nella dimenticanza una storia della quale non si vuol parlare per non far riaffiorare drammi, mai definitivamente risolti, di una stagione che ha rappresentato uno dei momenti più bui della storia della nostra Repubblica.
 Il nostro è un Paese che dimentica troppo in fretta, non riuscendo a fare i conti col proprio passato. Questo stesso periodo storico talvolta è completamente sconosciuto alle nuove generazioni, quei ragazzi che diventeranno presto i nuovi costruttori di quella democrazia mai conquistata una volta per sempre, coniugando la libertà politica con la giustizia sociale.
 Per questo Le chiedo, Signor Presidente, di farsi interprete di una richiesta che si fa sempre più pressante riguardo la necessità di inserire esplicitamente nella formazione dei ragazzi che sono oggi studenti, la memoria di una fase del nostro passato recente che nelle scuole italiane non viene mai approfondita e quasi mai nemmeno accennata nei programmi di storia.
 Dimenticare il passato mette a rischio il futuro di tutti.
 Deve esse questa generazione, insieme a quelle future, a fare memoria, di quanto è accaduto negli anni ’70 perché ciò che è avvenuto non si ripeta, così da poter costruire un mondo dove la politica diventi sempre più strumento per la ricerca del bene comune.
 Ringraziandola per il tempo che ha messo a disposizione la ringrazio per l’attenzione e Le auguro buon lavoro.