Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

mercoledì 30 marzo 2016

Aperte le iscrizioni per la XXXIV Edizione del Premio Letterario Internazionale "Giorgio La Pira" 2016


Intervista a don Alessandro Carmignani in vista dell'incontro con gli studenti



Venerdì 1 aprile, alle ore 10.45, nell’antico Palazzo dei Vescovi in Piazza del Duomo a Pistoia si terrà un incontro dal titolo: “L’impronta di Papa Francesco nella Chiesa: la coerenza di un cattolicesimo praticante nella prospettiva di un nuovo umanesimo“.
All’iniziativa, promossa del Centro Studi G. Donati e coordinata da don Alessandro Carmignani, interverranno i senatori Vannino ChitiPaolo Corsini e il vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli.
Sarà questa un’occasione importante e un ulteriore stimolo per coinvolgere gli studenti in modo da favorire la conoscenza e l’approfondimento di una figura, quella di Papa Francesco, che si inserisce in maniera nuova e per certi versi “rivoluzionaria” nel rinnovamento intra-ecclesiale, ma soprattutto nel dialogo aperto e accogliente con il mondo.
In proposito abbiamo rivolto alcune domande a don Alessandro Carmignani.
Quali scuole saranno coinvolte nell’iniziativa?
All’incontro parteciperanno gli alunni dell’Istituto delle Suore Mantellate, alunni del Liceo Classico e del Liceo Scientifico, altri giovani studenti dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Socio-Sanitari di Pistoia L. Einaudi. I giovani – afferma don Carmignani- hanno risposto con entusiasmo. In quell’occasione avranno modo di approfondire la figura del Papa.
Riscoprire la figura di Papa Francesco sarà l’occasione di proporre ai giovani un messaggio di speranza?
Attraverso Papa Francesco i giovani potranno riscoprire il valore della testimonianza, della fratellanza; dell’amore per il prossimo senza distinzioni. Nella prospettiva di accogliere gli ultimi con le braccia aperte come Cristo sulla croce, abbiamo bisogno di camminare con i poveri, di riscoprire un Cristianesimo autentico, dobbiamo camminare nell’oggi come chiesa “ospedale da campo” . Per questo occorre tornare ad un nuovo cattolicesimo dove non devono esserci ripetizioni di formule, ma il concretizzarsi del Vangelo nella propria vita. Dobbiamo vivere nella prospettiva di un nuovo umanesimo, di una nuova fratellanza dove uomini e donne siano capaci di testimoniare l’amore ai fratelli, di ascoltare con il cuore il messaggio del Papa che invita a compiere una carità generosa e gratuita. Papa Francesco non fa altro che ripetere il messaggio di Gesù” Amatevi gli uni e gli altri”.

giovedì 24 marzo 2016

Auguri di Buona Pasqua 2016


Dal Centro Studi "G.Donati"
I nostri migliori auguri per una serena e felice Pasqua

lunedì 21 marzo 2016

Articolo da AVVENIRE: "Elisa, Francesca, Elena... quelle vite perdute nell'incidente di Barcellona"


Da Avvenire​;

Partecipiamo al profondo dolore ed esprimiamo la nostra più affettuosa vicinanza alle famiglie colpite dalla grave perdita di queste giovani vite, rivolgendo un pensiero anche a coloro che sono rimasti feriti nell’incidente – scrive l’arcivescovo Betori Assicuriamo la nostra preghiera perché il Signore consoli i genitori e dia conforto ai loro cari in questo momento terribile, una tragedia che ci vede particolarmente coinvolti e colpiti perché fra le vittime ci sono ragazze di Firenze e della Toscana

link: http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/vittime-barcellona-strage-pullman-chi-sono-ragazze-erasmus.aspx

Nota del Senatore Vannino Chiti: solidarietà a don Alessandro Carmignani e a don Massimo Biancalani


IMMIGRATI. CHITI: CHI PREDICA ODIO CONTRIBUISCE A DISSOLUZIONE SOCIETA'

Solidarietà a don Massimo Biancalani e don Alessandro Carmignani

"A don Massimo Biancalani e don Alessandro Carmignani, parroci di Vicofaro e Marliana in provincia di Pistoia, voglio porgere la mia piena solidarietà per gli atti intimidatori che hanno subito. È un fatto inaccettabile da respingere con sdegno". 

Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti.

"Hanno ricevuto insulti e minacce - aggiunge Chiti - perché, mettendo in pratica il messaggio di Papa Francesco, hanno offerto gli spazi della parrocchia agli immigrati musulmani per la loro preghiera. Senza entrare nel merito della scelta, che non compete certo a me, è fuor di dubbio che sia un atto mosso da solidarietà, fratellanza e integrazione, principi che dovrebbero caratterizzare la vita quotidiana di tutti noi. Chi predica odio e intolleranza tradisce non solo il messaggio evangelico ma i valori fondamentali della civiltà e della convivenza, contribuendo così alla dissoluzione della nostra società".

Incontro con gli studenti

Incontro del Centro Studi "G. Donati" di Pistoia, nella propria sede di Piazza San Francesco, con gli studenti della III B del Liceo Economico Sociale accompagnati da Don Alessandro Carmignani, responsabile della Cultura del Centro Studi "G. Donati" di Pistoia.

Venerdì 1 Aprile 2016


Incontro con gli studenti degli Istituti Superiori Pistoiesi su iniziativa del Centro Studi "G. Donati" di Pistoia.

mercoledì 16 marzo 2016

Articolo ReportPistoia sul XXXVIII Anniversario della strage di Via Fani

Fonte: ReportPistoia


PISTOIA – Per il trentottesimo anniversario della strage di via Fani a Roma, dove fu rapito l’onorevole Aldo Moro e persero la vita cinque uomini della scorta, si è svolta stamani sul lato della chiesa di San Francesco che si affaccia su Corso Gramsci una cerimonia con la deposizione di corone di alloro al monumento "Memoria storica", progettato da Giovanni e Giampiero Bassi.

Vi hanno preso parte il vicesindaco del Comune di Pistoia, il prefetto Angelo Ciuni, il presidente del Centro studi Giuseppe Donati Giancarlo Niccolai, i rappresentanti delle autorità civili e militari e le associazioni combattentistiche. All´iniziativa hanno partecipato anche studenti dell’istituto parificato Suore Mantellate accompagnati dalla professoressa Graziana Malesci. La cerimonia è promossa dal Comitato unitario per la difesa delle istituzioni Repubblicane e dal Centro studi Giuseppe Donati.

La mattina del 16 marzo 1978, giorno in cui il nuovo governo guidato da Giulio Andreotti stava per presentarsi in Parlamento per ottenere la fiducia, l´auto che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei deputati fu intercettata in via Mario Fani da un commando delle Brigate Rosse. I terroristi uccisero i due carabinieri a bordo dell´auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti sull´auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni il corpo di Aldo Moro fu ritrovato il 9 maggio nel cofano bagagli di una Renault 4 a Roma, in via Caetani.


XXXVIII Anniversario strage di Via Fani


Nel giorno che ricorda l'attacco alla democrazia di un paese che stava vivendo la stagione degli anni di piombo, davanti al monumento che ne segna la ricorrenza contro l'oblio e a futura memoria, si è commemorato l'agguato di Via Fani del 1978 in cui morirono i cinque uomini della scorta e sequestrarono Aldo Moro. Lo Statista stava per recarsi alla Camera dei Deputati per il nuovo governo di solidarietà nazionale che includesse anche il Partito Comunista nella maggioranza quando, all'incrocio fra Via Fani e Via Stresa, i terroristi delle brigate rosse in poco tempo e con efficacia militare entrarono in azione.
Alla commemorazione davanti al monumento "Memoria Storica" in Piazza Mazzini, erano presenti il Vicesindaco Daniela Belliti; il Prefetto Angelo Ciuni; il Presidente del Centro Studi "G. Donati" Giancarlo Niccolai; il Questore Salvatore La Porta; studenti delle scuole superiori; una delegazione di lavoratori dell'Hitachi Rail e rappresentanti delle forze dell'ordine.

Un intervento del Vicesindaco Belliti e poi uno del Prefetto Ciuni per ricordare quel momento drammatico nella storia repubblicana in cui era in gioco la libertà e la democrazia da una scontro terroristico che ne segna l'apice ma anche la fine successiva per il rinsaldarsi delle varie componenti civili della nazione di fronte ad un attacco che ne voleva piegare la resistenza.
Gli uomini della scorta che hanno perso la vita per difendere Aldo Moro sono dei martiri che hanno testimoniato con il sacrificio della vita il valore della libertà, di contro ad un nuovo pericolo che è più insidioso e meno visibile, quell'egoismo collettivo che sfalda una società in tanti atomi senza appartenenza dove è più difficile una resistenza comune ad “attacchi esterni.
Dopo l'assassinio di Aldo Moro il paese reale slitterà verso il riflusso degli anni '80 e la fine degli anni di piombo ma dove la corruzione dei partiti esploderà a breve per arrivare alla fine della Prima Repubblica.

XXXVIII Anniversario strage di Via Fani

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
 XXXVIII ANNNIVERSARIO STRAGE DI VIA FANI
Pistoia, 16/03/2016









martedì 15 marzo 2016

Intervento del Senatore Vannino Chiti sulla strage di Via Fani


INTERVENTO DELL'ON. VANNINO CHITI SULLA STRAGE DI VIA FANI

"Sono passati 38 anni dai tragici fatti di via Fani: le Brigate Rosse misero in atto un'azione di tipo militare e operarono una strage per rapire il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Nell'azione persero la vita i 5 uomini della scorta. Fu uno degli attacchi più duri alla nostra democrazia.
Quel giorno, e meno di tre mesi dopo quando Moro venne ucciso, cambiò il corso della storia del nostro Paese. Era la stagione della "solidarietà nazionale", sostenuta da tutti i partiti democratici, anche dal Pci.
Rappresentava l'approdo di un percorso difficile, faticoso e coraggioso intrapreso da Moro e dal segretario del Partito Comunista italiano Enrico Berlinguer. Dalla primavera del 1978 quell'impegno politico perse il suo slancio e, innanzi tutto, uno dei due protagonisti.
L'Italia seppe sconfiggere il terrorismo, sia quello rosso che quello nero.
Grazie all'unità delle forze politiche e sociali, ad una grande coesione nazionale e istituzionale.
Aldo Moro è stato un uomo politico che ha posto come priorità nella sua azione il dialogo, il confronto costruttivo, guardando all'interesse del nostro Paese.
Il suo messaggio e impegno restano quanto mai attuali: lavorava costantemente per allargare le basi della democrazia, aprendo anche a strade innovative, sfidando resistenze e conservatorismi. Il mondo da allora è molto cambiato, ma nel 2016 ci troviamo a vivere una sfida simile, seppur per ragioni diverse: la nostra democrazia deve rinnovarsi per poggiare su basi più solide. Subisce ovunque l'attacco dei populismi e del terrorismo. Abbiamo bisogno di modificare le forme di partecipazione.
La nuova dimensione globale richiede una risposta che sia anch'essa sovranazionale. È indispensabile rafforzare la presenza ed il ruolo dell'Onu; in Europa realizzare compiutamente la democrazia sovranazionale.
Abbiamo bisogno degli Stati Uniti d'Europa.
Come nel 1978 dobbiamo unire cittadini e istituzioni per affermare nel quotidiano della nostra vita i valori della non violenza, della solidarietà, dell'uguaglianza, del pluralismo.
Aldo Moro e Enrico Berlinguer erano lontani da ogni tentazione di fondamentalismi culturali e ideologici. Il metodo di Moro era la paziente ricerca della persuasione. Dirigere, convincendo.
Ebbe la lucidità di provare a capire il significato, le ragioni, dei movimenti giovanili di protesta del ’68. Era consapevole che senza ascolto e dialogo da parte delle istituzioni con i cittadini, e in primo luogo le giovani generazioni, si sarebbe potuto avere un indebolimento della democrazia, un suo impoverimento. È un insegnamento che dobbiamo saper tenere presente e valorizzare: ci è indispensabile anche in questi anni difficili.
Moro è stato un leader politico, un uomo delle istituzioni ma anche un esponente della cultura.
Nel 1946 fu nominato vice presidente della Democrazia Cristiana, eletto all'Assemblea Costituente mentre contemporaneamente sviluppava la sua esperienza di professore all'Università di Bari.
Gli anni della Costituente furono un periodo fecondo per l'Italia e per le sue istituzioni. Una generazione giovane, ricca di interessi culturali e di ideali, entrava nella politica, costruiva la Carta fondamentale dei valori e delle regole della Repubblica Italiana.
Nell'Assemblea dialogarono e si scontrarono tutte le componenti che avevano partecipato alla Resistenza, sapendo però sempre trovare una sintesi, delle convergenze nell'interesse dell'Italia, con uno straordinario sforzo di pensare al nostro futuro. Anche questo è un insegnamento che la società e gli esponenti della politica non dovrebbero mai dimenticare."

venerdì 11 marzo 2016

mercoledì 9 marzo 2016

Dichiarazione Senatore Vannino Chiti sulle Primarie del PD dopo l'episodio di Napoli

CHITI: FARE PIENA LUCE, NO RINUNCE CON DECISIONI BUROCRATICHE
Vertici politici non devono anticipare conclusioni delle verifiche, ma pretenderle

"La storia delle primarie di Napoli solleva sempre più preoccupazione e sconcerto: il voto differenzia di poche centinaia di consensi i primi due candidati. Ci sono testimonianze di un suo possibile inquinamento. Compito degli organi di garanzia è quello di approfondire esistenza e ampiezza dei fenomeni di distorsione del voto, non di rinunciare sbrigativamente a far piena luce, con decisioni burocratiche".
Lo afferma il Senatore del Pd Vannino Chiti
"Purtroppo - aggiunge Chiti - come ancora una volta si dimostra, spesso, ancor più a livello locale, pesano condizionamenti correntizi.
I vertici politici non devono anticipare con pronunciamenti le conclusioni delle verifiche, ma pretenderle. In gioco non ci sono semplicemente Valeria Valente e Antonio Bassolino: ci siamo tutti noi. Sono chiamati in causa il Pd e la sua credibilità, la fiducia verso il partito da parte di tanti cittadini.
Per questo non ci è richiesto di essere tifosi di uno o dell'altro candidato, ma di esigere rigore e trasparenza
".

Dichiarazione del Senatore Vannino Chiti: Relazioni con Azerbaijan strategiche per l'Italia

Oggi incontro con il nuovo ambasciatore in Italia
''Le relazioni bilaterali tra l’Italia e l’Azerbaijan hanno natura strategica soprattutto per quanto concerne le crescenti importazioni nel nostro paese di petrolio e di gas azero. In particolare, è necessario potenziare le capacità della pipeline TAP, che porterà, attraverso la Grecia, ingenti quantitativi di gas in Europa''.
Lo ha detto il Senatore Vannino Chiti, Presidente della commissione Politiche dell’Unione Europea, nel corso di un incontro con il nuovo Ambasciatore dell’Azerbaijan a Roma Mammad Ahmadzada, con il quale ha trattato, in primo luogo, il tema delle relazioni tra il Paese Caucasico e l’Unione Europea.
È stata affrontata anche la questione connessa all’annoso conflitto nel Nagorno-Karabak ed al contributo che l’Europa può fornire per la sua possibile soluzione.
Infine, è stato concordato che alla fine di maggio si terrà una missione di una delegazione della commissione Politiche UE del Senato in Azerbaijan, per consolidare ulteriormente le relazioni interparlamentari tra i due paesi.

YOLANDE MUKAGASANA

Nella giornata dedicata alla donna, testimonianza più significativa non poteva essere che quella di Yolande Mukagasana che nel pomeriggio alla chiesa di Santa Maria Maggiore di Vicofaro ha tenuto un incontro pubblico dopo la celebrazione eucaristica.
Sopravissuta all'ultimo genocidio del xx secolo, dove ha perso la sua famiglia, Yolande ha fatto una ragione di vita la sua commovente attestazione di quell' abissale male che si è scatenato in Africa nell'indifferenza dell'Occidente. Il massacro dell'etnia Tutsi da parte degli Hutu, lascia un monito di come il lavaggio del cervello e il condizionamento capillare possono fomentare l'odio spegnendo ogni senso di umanità, di prossimità per vedere nel vicino un nemico da “schiacciare”. La divisione in etnie con la cartarazziale voluta dal governo coloniale Belga sarà il pròdromo che preparerà il terreno allo scatenarsi del massacro nell'aprile del 1994 fino a luglio dove persero la vita circa 500.000 persone a colpi di machete e armi da fuoco.
Yolande ha parlato dell'importanza della cultura contro la barbarie, dell'ignoranza che facilmente diventa un humus dove attecchisce il pregiudizio, l'odio, il conformismo più disumano per obbedire all'ordine di uccidere tuo fratello. Colpisce come anche la fede che promuove la fratellanza, la pace, venga piegata agli interessi dell'odio: molti Hutu che andavano prima alla messa poi uccidevano e viceversa..
L'Africa è stata ed è terra di conquista, prima le colonie direttamente, poi le multinazionali, dividi e impera nella Nazione vergine e in via di “sviluppo” ha dato la possibilità ai vari paesi ricchi di fare i forti con i deboli.
Yolande promuove dei progetti in Ruanda per elevare la qualità di vita di molti giovani attraverso la cultura e l'insegnamento sapendo che sono antidoto contro ogni male che viene dal non riconoscere sacra la vita del prossimo più vicino. Nel 2012 Yolande ha ricevuto il premio internazionale della pace “la Pira” a Pistoia parlando alle coscienze di ognuno per fare memoria e lottare per la giustizia e la verità.
“Ogni atomo di odio rende il mondo più inospitale” Etty Hillesum

lunedì 7 marzo 2016

Anniversario Via Fani


 
 IL SASSO, L'OLIVO, L'ACQUA ELEMENTI SIMBOLICI DELLA “MEMORIA STORICA”


13 MAGGIO 1979

INTERVENTO DI GIANCARLO NICCOLAI

PRESIDENTE CENTRO STUDI “G. DONATI”



“FINALMENTE, È GIUNTA A COMPIMENTO L’OPERA CHE IL CENTRO STUDI “G. DONATI” HA VOLUTO DONARE ALLA CITTÀ, A PERENNE RICORDO, PER TUTTI I DEMOCRATICI, DI QUANTO AVVENUTO POCO PIÙ DI UN ANNO FA IN VIA FANI E POI IN VIA CAETANI.

NON È SOLTANTO UN OMAGGIO AL GRANDE STATISTA SCOMPARSO, MA ANCHE E SOPRATTUTTO UN TRIBUTO DI RICONOSCENZA PER IL LUCIDO E SOFFERTO MESSAGGIO DI CIVILTÀ E D’AMORE CHE CI HA LASCIATO.

NON È SOLTANTO UN OMAGGIO AGLI AGENTI CADUTI CON LUI, PRIMA DI LUI, VITTIME E INNOCENTI DELLA FOLLIA POLITICA E DELLA VIOLENZA, MA ANCHE L’ESPRESSIONE DELLA NOSTRA GRATITUDINE VERSO TUTTI COLORO CHE SONO MORTI E CONTINUANO A MORIRE IN DIFESA DELLA NOSTRA INCOLUMITÀ E DELLE ISTITUZIONI CHE IL PAESE LIBERAMENTE SI È DATO.

GIÀ ALL’INIZIO DELL’ESTATE SCORSA NASCEVA IN NOI L’IDEA DI QUELLA CHE I PROGETTISTI ARCHITETTI BASSI, NOSTRI CONCITTADINI, CHIAMARONO UNA “MEMORIA STORICA”, A RICORDO DEI TRAGICI AVVENIMENTI APPENA VISSUTI: NON VOLEVAMO UNA LAPIDE, O UN CIPPO, O UN BUSTO CHE, COLLOCATO IN QUALCHE ANGOLO DELLA CITTÀ, SAREBBE PRESTO PASSATO INOSSERVATO.

NON VOLEVAMO SEMPLICEMENTE COMMEMORARE UN EVENTO, PUR DI SICURA PORTATA STORICA, TALE CIOÈ DA NON POTERNE PIÙ PRESCINDERE NELL’ANALISI DELLE VICENDE POLITICHE DEL NOSTRO PAESE.

LA PROTESTA FERMA, INCONTENIBILE VERSO COLORO CHE CERCANO DI COINVOLGERE L’OPINIONE PUBBLICA IN UN’ATMOSFERA DI RASSEGNAZIONE E DI PAURA, LA VOLONTÀ DI MANIFESTARE CHE NON CI SIAMO LASCIATI INTIMIDIRE E CHE LO SFORZO DI AFFERMAZIONE DELLA LIBERTÀ, NEL CONFRONTO SERENO DELLE IDEE, CONTINUA, SENZA CONOSCERE SOSTE, ANZI RAFFORZATO DALLE DURE PROVE ALLE QUALI CI CHIAMA LA SEVERA REALTÀ QUOTIDIANA, EBBENE TUTTI QUESTI SENTIMENTI SONO STATI LA MATRICE DA CUI È SCATURITA L’IDEA DELLA “MEMORIA STORICA”.

CHIAMARLA “MONUMENTO” SAREBBE SMINUIRNE IL SIGNIFICATO INTRINSECO E DISCONOSCERNE LA PIÙ GENUINA ISPIRAZIONE.

UN EPISODIO DI STORIA DURATO 55 GIORNI AVEVA BISOGNO DI PRENDERE FORMA IN QUALCOSA CHE NON SI LIMITASSE A SUGGERIRE UNA STATICA CONTEMPLAZIONE, BENSÌ RIUSCISSE AD IMPORRE LA MEDITAZIONE ALL’OSSERVATORE, INDUCENDOLO A RIPERCORRERE L’EVENTO NEL SUO SVOLGIMENTO E A RIVIVERLO.

HA COSÌ TROVATO FORMA REALE, GRAZIE ALLA FELICE INTUIZIONE DEGLI ARCHITETTI BASSI, QUELLA CHE PER NOI ERA STATA UN’ISPIRAZIONE GENERATA DA UN BISOGNO SPIRITUALE: NASCEVA IL PROGETTO DI UN “MONUMENTO-LUOGO”, INSERITO NEL TESSUTO CITTADINO, CHE SOLLECITASSE NEL VISITATORE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA AGLI AVVENIMENTI NARRATI, RIPERCORRENDOLI.

NON POSSIAMO NON COGLIERE OCCASIONE PER RINGRAZIARE E MANIFESTARE GRATITUDINE AGLI ARCHITETTI GIOVANNI E GIAMPIERO BASSI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE E L’ESSENZIALISSIMO CONTRIBUTO PRESTATO AL COMPIMENTO DELL’OPERA, CHE HA POTUTO TROVARE REALIZZAZIONE PROPRIO GRAZIE ALLA GENIALE INTUIZIONE ARCHITETTONICA TRAVERSO CUI HANNO CAPITO ED INTERPRETATO LA NOSTRA IDEA, DANDOLE FORMA CONCRETA.

SIAMO A LORO GRATI PER LA DISPONIBILITÀ DIMOSTRATA A STUDIARE, DUNQUE, UNA SOLUZIONE DI TIPO NUOVO, CHE NON HA NIENTE DI MONUMENTALE, CHE NON VUOLE IMPRESSIONARE, MA INVITARE ALLA RIFLESSIONE E ALLA MEDITAZIONE.

QUESTO È IL SENSO VERO DELL’OPERA PROGETTATA DAGLI AMICI BASSI.

IL NOSTRO È E VUOLE RIMANERE UN MESSAGGIO ED INSIEME UN AMMONIMENTO ALLA DIFESA ED AL RISPETTO DEI VALORI DELLA RESISTENZA, CONSACRATI NELLA COSTITUZIONE, DELLE LEGGI E DEGLI ORDINAMENTI CIVILI.

È L’INVITO A NON CONSIDERARE CONCLUSO IN VIA FANI UN CAPITOLO DI STORIA, BENSÌ A MEDITARLO E A RIVIVERLO, PER CONSERVARE DI MORO L’AMMAESTRAMENTO E SEGUIRNE L’ESEMPIO. NON SI È SPENTO L’ECO DEI SUOI AMMONIMENTI NEL TRAGICO AGGUATO DI VIA FANI, ANZI DA ALLORA SI È AMPLIFICATO A DISMISURA.

LA FEDE NEGLI IDEALI DELLA DEMOCRAZIA, NELLA DIGNITÀ DELL’UOMO, NELLA FORZA DELLA LIBERTÀ CHE EDUCA AL RISPETTO DEGLI ALTRI APPARTIENE ORA A CIASCUNO DI NOI.

NEL RENDERE OMAGGIO AGLI AGENTI PERITI: RIVERA, RICCI, IOZZINO, ZIZZI, LEONARDI, NON SCORDIAMOCI CHE NOI TUTTI CONSERVIAMO VERSO DI LORO E VERSO CHI, COME LORO, È CADUTO PER LA TUTELA DEL NOSTRO VIVER CIVILE, UN DEBITO DI AFFETTO E DI PIETÀ CHE CI IMPEGNA A RICOMPORRE UNA FERMA COSCIENZA COLLETTIVA, A REALIZZARE L’ESIGENZA DI UNA LIMPIDA CONCRETEZZA POLITICA, IMPRONTATA AD UNA PERSUASIVA MORALITÀ, AD UNA TENSIONE MORALE DA CUI SCATURISCANO GESTI COERENTI, CHE SIGNIFICHI, IN PRIMO LUOGO PER TUTTI, IL RECUPERO DEL SENSO DELLA VITA CIVILE, CHE COSTITUISCA, SENZA OMBRA DI TENTENNAMENTI, FERMA, MEDITATA CONDANNA, CONSAPEVOLE RIFIUTO DEGLI IDEALI DELLA NON CONVIVENZA, DELLA NEGAZIONE DEL VALORE DELLA VITA UMANA E DI QUELLA LIBERTÀ DI PENSIERO, DI PAROLA, DI ASSOCIAZIONE, DI LIBERO CONFRONTO FRA DIVERSI, CHE SOLA TUTELA DI DIGNITÀ DELL’UOMO E CHE CI È COSTATA TANTO SANGUE.

SI È LEVATA UNANIME, TANTO DA FARCI RITENERE CHE NOI DEL CENTRO DONATI SIAMO STATI SEMPLICEMENTE I TRAMITI E GLI INIZIATORI DI UN SENTIMENTO GENERALMENTE DIFFUSO.

PRONTA RISPOSTA CI È VENUTA DAL CONSIGLIO COMUNALE, CHE HA AVALLATO LA NOSTRA INIZIATIVA, DALLE ASSOCIAZIONI SINDACALI, DAI LAVORATORI, CHE MOLTE ORE DI LAVORO HANNO DONATO PER IL COMPIMENTO DELL’OPERA, DALLA CITTÀ TUTTA OVE L’INIZIATIVA DEL CENTRO DONATI HA RISCOSSO VIVO SUCCESSO: I CONTRIBUTI IN DENARO INVIATICI DAI CITTADINI NON HANNO COSTITUITO SOLTANTO LA BASE INDISPENSABILE PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO, MA HANNO, PER COSÌ DIRE, SUFFRAGATO IL NOSTRO AGIRE DI QUEL CONSENSO POPOLARE CHE TUTTO SOMMATO NON ABBIAMO MAI DUBITATO POTESSE MANCARCI.

RINGRAZIAMO DUNQUE TUTTI, IN MODO PARTICOLARE LE DITTE: ZARRI, BRUSCHI, ATTUCCI, BUGETTI E CON LORO I DIPENDENTI; I GIARDINIERI DEL COMUNE DI PISTOIA; RIGRAZIAMO IL CONSIGLIO COMUNALE; LE BELLE ARTI; LA CITTÀ, PER LA COLLABORAZIONE FORNITA E LA SIMPATIA DIMOSTRATACI, RALLEGRANDOCI PER LA BELLA PROVA DI SENSIBILITÀ DEMOCRATICA CHE NE È USCITA, GIACCHÈ TUTTI HANNO DIMOSTRATO DI NON DISERTARE IL LORO COMPITO ANCHE IN UN MOMENTO DI CRISI PROFONDA E DIFFICILE PER LA STORIA DEL NOSTRO PAESE COME QUELLO CHE ATTRAVERSIAMO, RESPINGENDOSI COSÌ, CON UNA SCELTA FERMA E SICURA, LA BIECA E TRACOTANTE INTOLLERANZA DI CHI LE NOSTRE ISTITUZIONI MIRA A SCARDINARE.

SE DUNQUE SIAMO INDOTTI AD AFFERMARE CHE I TERRORISTI HANNO FALLITO IL LORO OBIETTIVO, IN QUANTO TUTTI HANNO RISPOSTO POSITIVAMENTE, SCORAGGIANDO LE ILLUSIONI DI UN EVENTUALE TRACOLLO DEL SISTEMA DEMOCRATICO, NON PER QUESTO POSSIAMO DIMENTICARE CHE IL DISEGNO DEL TERRORISMO PERDURA E NECESSITA DI UNA LOTTA CONTINUA E PUNTUALE, NON CAUSATA DA IMPROVVISI ENTUSIASMI O SDEGNI.

LA LOTTA AL TERRORISMO, CONSIDERATE LE SUE DIMENSIONI, NON PUÒ CHE ESSERE ASSUNTA COME UNA COSTANTE SIA SUL PIANO POLITICO, CHE SU QUELLO DELLA TENSIONE MORALE E CIVILE INDIVIDUALE.

SE LA RISPOSTA ALLE PROVOCAZIONI SI È LEVATA COSTANTE ED UNANIME DALLE FABBRICHE, DALLE PIAZZE, DALLE SCUOLE, NON ILLUDIAMOCI PER NON CONOSCER SOSTE: I TERRORISTI SANNO BENE DOVE COLPIRE, QUALI SONO I PUNTI DEBOLI DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E DELLE NOSTRE ISTITUZIONI FORSE NON COMPLETAMENTE CONSOLIDATE NELLA MENTE E NEI CUORI DI TUTTI I CITTADINI.

ANCHE SE L’INSEGNAMENTO DI MORO, LA SUA FEDE E LA FORZA DEI SUOI IDEALI NON CI HANNO ABBANDONATO, PERCHÉ NON POTEVANO MORIRE CON LUI, BENSÌ SOLO USCIRNE RAFFORZATI E VIVIFICATI, ASSUNTI QUASI A PROFEZIA, I TERRORISTI SAPEVANO BENE CHE LA SCOMPARSA DALLA SCENA POLITICA DI UNO STATISTA COME LUI NON SAREBBE STATO UN FATTO MARGINALE: E SE LA DEMOCRAZIA NON HA CEDUTO, SE IL GESTO CRIMINOSO NON HA GENERATO PROSELITISMI – COME FORSE SPERAVANO LE BR – MA HA SUSCITATO SOLO ORRORE E DOLOROSA COMMOZIONE, STA DI FATTO CHE IL VENIR MENO DELL’ESPERIENZA E DELLA CAPACITÀ DI MORO HA COSTITUITO UNA PERDITA PER TUTTO IL PAESE.

OCCORRE DUNQUE STARE IN GUARDIA: LA NOSTRA RISPOSTA ALLA SFIDA DEL TERRORISMO DEVE ESSERE UN IMPEGNO DI PRESENZA ATTIVA A SALVAGUARDIA DELLE ISTITUZIONI E DI LOTTA SENZA QUARTIERE A QUESTO FENOMENO; MA DEVE ESSERE ANCHE UN IMPEGNO A DEBELLARE QUELLA PIÙ GENERALE VIOLENZA CHE COVA NELLA VITA QUOTIDIANA E CHE NASCE DA UNA PROFONDA CRISI D’IDENTITÀ CULTURALE, DI SENSO DELLA VITA E DELLA RESPONSABILITÀ.

C’È INSOMMA UNA VIOLENZA NEL QUOTIDIANO DA CONSIDERARE CON ALTRATTANTA APPRENSIONE DI QUELLA CRIMINALE.

GLI STESSI VALORI ETICI DI CUI SONO PORTATORI LE AREE GIOVANILI PIÙ IMPEGNATE, IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI, STENTANO A CONTENERE QUESTO EMERGERE DI VIOLENZA CHE SI MISURA NELLA CRISI DELL’IDEA, DI TOLLERANZA E NELLA PROGRESSIVA PERDITA DELL’ABITUDINE AL CONFRONTO.

EBBENE QUESTA VIOLENZA LATENTE, NON IMMEDIATAMENTE RICONOSCIBILE, È PERICOLOSISSIMA, PERCHÉ, PUR NON ARRIVANDO AGLI ESTREMI DELLA FOLLI TERRORISTA, CAMMINA PARALLELA AD ESSA E NE PREPARA IL TERRENO.

LA RISPOSTA ALL’UNA E ALL’ALTRA NON PUÒ ESSERE SOLO UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO E DI EFFICIENZA REPRESSIVA: NELLE COSCIENZE DEMOCRATICHE LA RISPOSTA DEVE ESSERE BENSÌ CULTURALE ED EDUCATIVA, ALL’ALTEZZA DEI TEMPI DIFFICILI.

SI CONSUMAVA DUNQUE, POCO PIÙ DI UN ANNO FA IL TRAGICO MATTINO DI VIA FANI CON L’UCCISIONE DEI CINQUE SERVITORI DEL POPOLO, TROVAVA IL SUO DOLOROSO EPILOGO IN VIA CAETANI L’ASSURDA, ATROCE AGONIA DI ALDO MORO, COLPEVOLE DI UNA VITA DI UOMO E DI POLITICO SENZA OMBRE.

QUELLO CHE VERAMENTE RIMANE TRA LE COSE DA FARSI È L’AVVENIMENTO DI MORO A CUSTODIRE RELIGIOSAMENTE IL CULTO DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA COME CONQUISTA CIVILE DI OGNI GIORNO, AD OGNI LIVELLO; CONQUISTA CHE PRESUPPONE UN MATURO SENSO DEL DOVERE DA PARTE DI TUTTI, CHE SI CONCRETI NELL’IMPEGNO A COMBATTERE L’INGIUSTIZIA ED A FAR TRIONFARE EQUITÀ E RAGIONE.

QUESTO RIMANE A TUTTI GLI ITALIANI, QUALUNQUE SIA IL LORO ORIENTAMENTO IDEOLOGICO: UNA LEZIONE DI VITA SPESA AL SERVIZIO DI UN IDEALE DI LIBERTÀ E DI CIVILTÀ CHE, AL DI LÀ DI TUTTI I PARTICOLARISMI ED I CINISMI DI UNA STAGIONE SEVERA, RIMANE CHIARO E LUMINOSO NELLA MENTE DEI PIÙ.”

Incontro con Yolande Mukagasana, 8 Marzo 2016, Giornata eoropea dei Giusti


giovedì 3 marzo 2016

Intervista al Presidente del Centro Studi "G. Donati" GIANCARLO NICCOLAI

Intervista di FRANCESCO LAURIA pubblicata su REPORTPISTOIA il 03/04/2016

PISTOIA - Giancarlo Niccolai è, sempre, un fiume in piena.
 E’ facile vederlo girare per il centro di Pistoia in bicicletta, ma se lo si vuole incontrare basta dare un’occhiata alla porta della sede del Centro studi Donati, in piazza San Francesco, dove raccoglie documenti e memorie di oltre quarant’anni di impegno politico e sociale.
La sua vita ha un prima e un dopo. L’evento che l’ha segnata avvenne il secondo giorno d’estate del 1977.
1977: l’anno dei movimenti e della famosa “cacciata” di Luciano Lama dall’Università di Roma e, per Pistoia, l’anno in cui l’organizzazione del terrorismo rosso Prima Linea colpì Niccolai con due colpi di Pistoia mentre si recava al lavoro, alla “Breda”. Da lì, nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno,riprendiamo il filo della memoria.

Come spiegherebbe a un giovane pistoiese quel periodo e ciò che avvenne? Quanto era radicato il terrorismo nel nostro territorio?
"I giovani non dovrebbero guardare ai fatti del passato come ad un insieme di date e di avvenimenti avulsi dai loro interessi e dalle loro aspirazioni. E’ utile che sappiano trarre da essi tutti gli elementi utili a formare la propria coscienza di uomini e cittadini di oggi, proiettati nella costruzione di una nuova società all'insegna della pace, della democrazia, della solidarietà e dell’accoglienza. Sono valori da perseguire con il dialogo civile e politico, non con le armi in pugno, come avvenne in quel periodo triste ed oscuro, in cui il bisogno di cambiamento si trasformò in guerra armata al cuore dello Stato. Il terrorismo, anche nel nostro territorio, trovò i suoi agganci e i suoi riferimenti, ma la reazione fu forte e visibile quando, dopo che fui colpito, l'intero stabilimento della "Breda" si svuotò per riempire la nostra piazza del Duomo per una grande manifestazione di condanna".

Può raccontare come nacque l'idea di costituire il Centro studi Donati e perché fu dedicato a questa figura non notissima del cattolicesimo progressista?
"Il Centro Studi è stato costituito nel 1974 per ricordare e sviluppare quei valori che Giuseppe Donati, direttore del giornale "Il Popolo" e fiero antifascista, ha perseguito e difeso con fierezza durante tutta la sua vita. Senza volere fare concessione alla presunzione, ma neppure alla paura di essere smentiti, possiamo dire che il Centro Studi "G. Donati" ha trovato nel corso dei decenni una sua precisa collocazione nell'assetto locale pistoiese e svolge ormai un ruolo consolidato nell'ambito delle iniziative di carattere culturale, sociale e politico riguardante la città. Un ruolo che gli è stato assegnato dal gradimento che la cittadinanza ha sempre espresso nei confronti del lavoro svolto con passione ed impegno. La partecipazione attenta e l'adesione costante dei cittadini ai molteplici progetti dei quali il Cento "G. Donati" si è fatto promotore e realizzatore non sono, infatti, venuti meno".
Ci avviciniamo alla triste ricorrenza del 16 marzo. Il Centro studi Donati ha promosso quello che è una sorta di "luogo della memoria" in piazza San Francesco. Cosa è rimasto della figura di Aldo Moro nella politica e nella società italiana di oggi?
"Trentotto anni fa, il 16 marzo 1978, fu rapito Aldo Moro e uccisa la sua scorta. Il 9 maggio, lo stesso Aldo Moro fu ucciso dopo 55 giorni nella sua tremenda e infame prigionia ad opera delle Brigate Rosse. Moro visse il senso del dovere con scrupolosa coscienza, sentendo che il servizio al quale era chiamato doveva essere assolto totalmente senza riserve, senza ritirarsi nell'ora della prova, senza sfuggirne mai. Lo Stato era chiaramente per lui il luogo vivo dell'incontro, del comune lavoro, della condivisione. Il non servirlo sarebbe stato un tradire la gente, soprattutto a chi ha più bisogno di solidarietà e di difesa".
In decenni di attività, in occasione del Premio Giorgio La Pira, il Centro studi Donati ha premiato innumerevoli personalità e associazioni italiane e internazionali. Qual è la figura o realtà che avete premiato a cui è maggiormente legato?
"Il Centro studi Donati dedica ormai da trentaquattro anni una giornata della Pace, della Solidarietà, della Giustizia e della Cultura nel nome e nel ricordo di Giorgio La Pira, il sindaco 'santo' di Firenze e molto di più. E' una giornata d'intensa riflessione, più che mai doverosa in tempi così difficili ed incerti. Gli anni che stiamo vivendo sono di una crudezza inaudita, anni di guerre (anche fratricide), anni che rendono l'uomo schiavo di situazioni tragiche, anni dominati da crisi economiche di cui non si intravede la fine. Cerchiamo di tramandare gli stessi valori che hanno pervaso l'opera di Giorgio La Pira, da oltre 34 anni. Lo facciamo con una giornata dedicata alla Pace, alla Solidarietà e la Cultura, che si prefigge, con la memoria e lo spirito, di rendere attuale il suo illuminato insegnamento. Sono tante le personalità nazionali ed internazionali che sono giunte nella nostra città per il conferimento del premio (una scultura in bronzo, intitolato "La lettrice", opera dello scultore Valerio Gelli), ed è per me difficile dare delle priorità. Tutte figure di alto profilo e tutte impegnate in difesa della Pace. Posso ricordare, comunque, i cardinali Francois Van Tuan e Vinko Puljic; Simon Peres; Padre Ernesto Balducci; Giulio Andreotti; Oscar Luigi Scalfaro; Alberto Sordi e tanti altri che in egual misura hanno dato prestigio alle giornate e portato alte testimonianze". 
Chiudiamo con un commento alla designazione di Pistoia come "Capitale della cultura italiana" nel 2017. Cosa bisogna fare per cogliere al meglio questa occasione? 
"La storia di questa bella e particolare città con i suoi monumenti, le sue chiese, le personalità di rilievo in campo culturale ed artistico non poteva rimanere nascosta. Anche il Centro studi "G. Donati" vuole essere partecipe di questo grande momento, al quale ritiene nel suo piccolo di aver contribuito attraverso la sua attività ormai ultratrentennale, grazie al Premio internazionale e alla Giornata della Pace "Giorgio La Pira", appuntamento di rilievo nel panorama non solo cittadino. Gli ingranaggi della macchina che deve essere messa in moto già da adesso non manchino di valorizzare adeguatamente anche la cultura "cattolica" che è stata tra le più presenti e che ha diritto di essere riconosciuta e valorizzata. E' in questa prospettiva, al servizio di tutta la città, che va l'auspicio di tutto il Centro G. Donati a chi dovrà organizzare e promuovere quanto necessario perché la designazione di Pistoia Capitale della cultura 2017 non rimanga soltanto un bel titolo scritto sulla carta o un occasione per pochi di garantirsi un futuro in discesa".

E qui, chi ha orecchi per intendere, intenda.

FONTE: REPORTPISTOIA

Approvato in Senato il DDL sull'omicidio stradale

DICHIARAZIONE DEL SENATORE VANNINO CHITI RIGUARDANTE L'APPROVAZIONE IN SENATO DEL DDL SULL'OMICIDIO STRADALE
"Con il voto di ieri nell'aula del Senato il disegno di legge sull'omicidio stradale è stato approvato definitivamente.
Da oggi abbiamo una nuova legge che colpisce in modo specifico i comportamenti stradali scorretti che provocano la morte.
Era un risultato a cui il Pd teneva molto e pur con qualche ostacolo di troppo, ci siamo riusciti.
Tante volte in questi anni siamo stati sollecitati a varare questa legge da associazioni create dalle famiglie delle vittime di incidenti: era la spinta generosa di quanti avendo vissuto direttamente un grande dolore, volevano impegnarsi perché non toccasse ad altri cittadini di riviverlo. Sono soddisfatto che il Parlamento abbia infine potuto corrispondere a queste giuste aspettative. La vita delle persone è il primo valore di riferimento, non una delle tante variabili della società moderna.
L’omicidio stradale colposo diventa reato a sé: resta la pena già prevista oggi (da 2 a 7 anni) quando la morte sia stata causata violando il codice della strada. Ma la sanzione penale sale sensibilmente in altri casi: chi infatti uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso di alcool elevato o sotto effetto di droghe, rischia ora da 8 a 12 anni di carcere.
Per lesioni stradali gravi o gravissime la pena può arrivare fino a 7 anni, anche in questo caso con aggravanti omologhe a quelle per l’omicidio. Come pena accessoria resta la revoca della patente che, nei casi più gravi, potrà arrivare fino 30 anni.
Sarà invece punito con la reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso di alcool sia sopra la soglia di tolleranza oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità come: eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio.
Particolari aggravanti sono previste per chi si dà alla fuga o guida senza patente o assicurazione.
In caso di condanna per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente.
Infine, per il nuovo reato di omicidio stradale sono previsti il raddoppio dei termini di prescrizione e l’arresto obbligatorio in flagranza nel caso più grave (bevuta ‘pesante’ e droga). Negli altri casi l’arresto è facoltativo, restando però espressamente escluso, limitatamente alle lesioni, se il conducente presta subito soccorso."