Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

sabato 30 aprile 2016

Articolo sulla Nazione del 30 aprile 2016


Il Centro Studi "G. Donati" apprezza e condivide quanto viene fatto per l’emarginazione che gravita nella zona della stazione, dall’associazione Raggi di Speranza in Stazione e dalla Parrocchia di Vicofaro che alloggia un certo numero di senzatetto. 

Ritiene tuttavia che per affrontare la dimensione del problema emerso nella riunione del 28 aprile presso il Centro Garibaldi, altre forze si debbano mettere in campo, anche quelle istituzionali, per sostenere il volontariato che attualmente è il solo che fa miracoli per alleviare il disagio esistente. 

GIANCARLO NICCOLAI 
PRESIDENTE CENTRO STUDI "G. DONATI" Pistoia

Un grazie infinite all'amico Renzo!


mercoledì 27 aprile 2016

Cronistoria delle GIORNATE INTERNAZIONALI DELLA PACE, CULTURA, GIUSTIZIA e SOLIDARIETÀ

CRONISTORIA delle GIORNATE INTERNAZIONALI della PACE, della CULTURA, della GIUSTIZIA e della SOLIDARIETÀ organizzate nel corso degli anni dal CENTRO STUDI "G. DONATI" di Pistoia.

 
 

venerdì 22 aprile 2016

25 Aprile

Dal CENTRO STUDI “G. DONATI” di PISTOIA 25 Aprile 1945: 
FARE MEMORIA ALLA RESISTENZA, ALLA GUERRA DI LIBERAZIONE, AI MASSACRATI, AI FUCILATI, AI TORTURATI 


Il 25 aprile 1945 il popolo in armi sorretto dalla forza degli eserciti alleati mise la parola fine ad un regime che per oltre 20 anni aveva conculcato ogni libertà per gettarlo su una guerra ingiusta e sanguinosa contro gli altri popoli. 

La Resistenza, ripetiamo, non sarebbe stata possibile senza un saldo patrimonio morale e si poté sviluppare perché nelle città, nelle campagne, nelle parrocchie, nella società civile all’interno di ogni ceto si alimentò la ribellione morale all’oppressione. 

La liberazione dal giogo nazifascista portò alla proclamazione della Repubblica Democratica e alla Costituzione. I nuovi Istituti Democratici, scelti liberamente dal popolo italiano, hanno portato alla formazione delle Regioni e ad un forte progresso economico e sociale, oggi ostacolato, dalla crisi economica finanziaria mondiale scoppiata nel 2008. 

Negli anni successivi il popolo italiano ha potuto constatare che nel sistema istituzionale creato dalla Costituente nel 1946/47 esistano delle lungaggini perché le due Camere Legislative hanno uguali poteri e quindi tutte le leggi hanno un lungo iter che mal si concilia con la rapidità delle tecniche moderne in uso nei mercati, nelle banche e nell’editoria, tutto ciò rappresenta un freno a leggi rapide ed efficaci. 

L’attuale governo ha promosso un ampia riforma costituzionale che semplifica questo iter complesso, specializzando il Senato, che non darà più la fiducia agli Esecutivi, nel rapporto fra Stato Centrale, Regioni e fra l’Italia ed i suoi alleati nell’Unione Europea, sopprimendo di fatto le Province. 

Questa modificazione è compiuta nel pieno rispetto della Costituzione nata dalla Resistenza e dalla vittoriosa insurrezione del 25 Aprile 1945. Ed è stata approvata dalle due Camere del Parlamento. 

L’ultima parola dovrà dirla il popolo sovrano, come è giusto che sia, approvando oppure respingendo quanto ha deliberato il Parlamento della Repubblica. Tutto questo è possibile perché il 25 Aprile 1945 il popolo italiano unito dalla Resistenza riconquistò libertà e democrazia. 

CENTRO STUDI “G. DONATI” di PISTOIA 
Responsabili della Comunicazione: Marco Gasperini; Maurizio Gori; Chiara Colombo; Massimiliano Filippelli

giovedì 21 aprile 2016

Invito alla condivisione!

"La stagione dei DIRITTI e delle LIBERTA' si rivelerà effimera se in Italia non nascerà un nuovo SENSO DEL DOVERE"
 Aldo Moro

Nella nobiltà di questo messaggio invitiamo ogni persona a cui è a cuore il futuro della partecipazione democratica a condividere insieme a noi un cammino di speranza per un futuro migliore di giustizia, solidarietà e pace.

Per questo motivo, chiediamo suggerimenti, proposte per promuovere le nostre attività in sintonia con i tempi.

Dichiarazione del Senatore Vannino Chiti


RIFORME. CHITI: HO FIRMATO PER REFERENDUM. ERA CONDIZIONE PER INTESA
Siamo stati eletti col porcellum, ultima parola ai cittadini

"Ho firmato per il referendum. L'avevo posta come una delle condizioni per un'intesa in Parlamento sul Ddl di riforma costituzionale già nel primo confronto al Senato, quando in 15 non votammo la legge". Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. "È importante che il referendum ci sia", aggiunge l'esponente dem.

"La questione fondamentale è il messaggio ai cittadini: l'ultima e decisiva parola spetta a loro. Noi tutti siamo stati eletti nel 2013 con una legge elettorale - il cosiddetto 'porcellum' - dichiarato in alcuni punti non costituzionale dalla Corte. Basta e avanza questo per chiedere il referendum, al di là delle collocazioni in maggioranza o all'opposizione. Dovremmo tutti imparare ad avere coerenza con quello che abbiamo sostenuto e per cui ci siamo battuti e soprattutto rivolgere lo sguardo non al nostro interno, ma al Paese".

lunedì 18 aprile 2016

Intervento del Senatore Vannino Chiti sul risultato del Referendum




TRIVELLE. CHITI: SEMINARE VENTO PORTA A RACCOGLIERE TEMPESTA 
Da Renzi troppa demagogia, Carbone volgare e offensivo 

"Occorre prendere atto che il referendum non ha raggiunto il quorum. Del resto, le forze in campo e gli appelli a disertare il voto venuti da chi nelle istituzioni avrebbe il dovere di sollecitare la partecipazione, rendevano la missione pressoché impossibile". È l'analisi post voto del senatore del Pd Vannino Chiti. 

"Dispiace ancora una volta - continua l'esponente dem - aver letto le dichiarazioni di esponenti del mio partito poco rispettose delle diverse opinioni di milioni di cittadini: da quelle volgarmente offensive dell'onorevole Carbone a quelle intrise di troppa demagogia del premier. Comportamenti sempre divisivi, ricerca di contrapposizioni costanti finiscono per rendere poco credibili gli inviti ad un confronto serio e costruttivo e ad un abbassamento dei toni. Non c'è dubbio che di questo vi sarebbe bisogno, ma per realizzarlo l'esempio deve venire in primo luogo da chi ha maggiori responsabilità politiche. Seminare vento porta sempre, prima o poi, a raccogliere tempesta. 

Voglio esprimere gratitudine e apprezzamento - è la conclusione di Chiti - per oltre 15 milioni di cittadini che andando a votare hanno voluto far sentire la propria voce nelle scelte della vita del Paese. Il merito del referendum erano le piattaforme, le scelte energetiche e l'automaticità del rinnovo delle concessioni, non certo spallate politiche a destra o a manca. La partecipazione è il fondamento di una democrazia". 

In ricordo di Valerio Gelli

In ricordo di Valerio Gelli: un amico del Centro Studi "G. Donati" di Pistoia.




Incontro del Papa a Lesbo


"Voglio dirvi che non siete soli", e "questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi: non perdete la speranza!". Immergendosi tra le centinaia di profughi del Moria Camp di Lesbo, papa Francesco ha voluto portare fisicamente oggi la propria vicinanza e solidarietà a chi, spesso in condizioni disperate, fugge da guerre, persecuzioni e privazioni, lanciando un forte appello a che il mondo affronti questa che - ha detto ai giornalisti durante il volo da Roma - è "la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale". 

"Un viaggio diverso dagli altri, segnato dalla tristezza", ha definito Francesco questa sua visita-lampo a Lesbo, la 'Lampedusa dell'Egeo', teatro di tanti drammi di chi cerca di entrare in Europa fuggendo soprattutto dalla guerra siriana. Accolto al suo arrivo dal premier Alexis Tsipras, e costantemente accompagnato dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e dall'arcivescovo greco Hieronymos, ai quali di deve l'invito al Pontefice, Francesco ha salutato uno per uno i rifugiati accolti nel campo dell'isola, ascoltato le loro storie, consolato il loro pianto. 

"Siamo venuti per richiamare l'attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la soluzione", ha detto poi nel suo discorso. "Speriamo che il mondo si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità". Lodando la "generosità" mostrata dal popolo greco, pur nelle difficoltà della sua grave crisi economica, Bergoglio ha rivolto un chiaro appello all'Europa: "Possano i nostri fratelli e le nostre sorelle in questo continente, come il Buon samaritano, venirvi in aiuto in quello spirito di fraternità, solidarietà e rispetto per la dignità umana, che ha contraddistinto la sua lunga storia".

giovedì 14 aprile 2016

Comunicato Centro Studi "G. Donati"

DOMENICA GLI ITALIANI SONO CHIAMATI ALLE URNE PER DECIDERE SE ABROGARE UNA LEGGE O MANTENERLA: GLI SLOGAN NON FUNZIONANO PIÙ BISOGNA COINVOLGERE LA GENTE!


Sulla base delle dichiarazioni del Presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, partecipare alle consultazioni, recarsi alle urne “significa essere pienamente cittadini, fa parte della carta d’identità del buon cittadino”.
È una sintesi di una lezione di democrazia l’intervento del Presidente, il quale, precisa che “ognuno è libero di esprimere il proprio convincimento ma credo che al voto si debba partecipare, in quanto il referendum è per noi, è per ciascuno di noi”.

Ed è proprio per questi motivi che anche il Centro Studi “G. Donati” di Pistoia ci tiene a ribadire l’importanza di poter esprimere il proprio voto attraverso uno dei più preziosi articoli della Carta Costituzionale: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico”.

Il Centro Studi “G. Donati” di Pistoia invita, per tanto, gli elettori di recarsi ai seggi elettorali per poter esprimere il proprio voto al Referendum di domenica 17 aprile sulle trivelle.

Per rafforzare la libertà di poter scegliereOgni scelta è un segnale. E, in tempi come quelli di oggi, un segnale è importante. I segnali in politica e, più in generale, nella vita civile contano, fanno parte della sostanza delle cose. Gli slogan non funzionano più, bisogna coinvolgere la gente.


GIANCARLO NICCOLAI
Presidente Centro Studi “G. Donati”

Articolo del Senatore Vannino Chiti sul REFERENDUM del 17 Aprile


REFERENDUM 17 APRILE 

Andrò a votare SÌ al referendum sulle trivellazioni e sostengo le motivazioni delle Regioni che l’hanno proposto. Nei referendum i partiti devono dare un orientamento ma poi lasciare sempre la libertà di voto”. Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti. 

Per noi – aggiunge l’esponente dem – è sempre stato così. Quello che ai partiti non può essere permesso è BANALIZZARE questi appuntamenti di coinvolgimento dei cittadini e di fatto sostenere il non voto. 

Di tutto ha bisogno la nostra democrazia tranne che di incentivi all’astensionismo.

Già esiste un grande distacco tra partiti, istituzioni e cittadini. Non va incentivato ma superato. 

La paura della partecipazione è un arroccamento autodistruttivo. Anche ai partiti non conviene seminare vento perché si raccoglie tempesta. 

Contrapporre poi al diritto democratico di decidere da parte dei cittadini i conti della spesa è sempre stato un esercizio autoritario delle destre: colpisce e sconcerta – conclude Chiti – trovarlo ora nelle dichiarazioni di due vicesegretari del Pd. 

Oltretutto sarebbe stato auspicabile l’election day con le amministrative: se c’è da cambiare le norme si può fare in poco tempo”.

mercoledì 13 aprile 2016

PREMIO INTERNAZIONALE DELLA CULTURA 2016

Premio Internazionale della Cultura 2016 al Maestro EZIO BOSSO

"Le cose belle non finiscono mai"

FONTE DEL VIDEO: la Repubblica

Dal quotidiano "Avvenire"


venerdì 8 aprile 2016

Articolo del Senatore Vannino Chiti in merito al Referendum del 17 Aprile


TRIVELLE, INAMMISSIBILE CHE UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SI AUGURI IL FALLIMENTO DEL REFERENDUM

Due riflessioni sugli scenari del referendum del 17 aprile, ormai noto come quello sulle Trivelle. 

La prima riguarda il presidente del Consiglio. Su questo aspetto sono in dissenso con lui, e non perché sostengo il sì. Non sarebbe così forte la divergenza se Renzi sostenesse di andare a votare per il NO.

Per me è inammissibile che un presidente del Consiglio si auguri il fallimento del referendum. Ho già detto che noi DS sbagliammo nel 2003 a sostenere il non voto al referendum di Rifondazione Comunista sull'estensione dell'art. 18 alle aziende con meno di 15 addetti. Dovevamo avere fiducia nelle nostre ragioni.

Sono però passati 13 anni. È peggiorato, non solo in Italia ma in diversi paesi europei, il rapporto di fiducia tra cittadini, politica e istituzioni.

Ci dice niente che a elezioni regionali recenti - in Emilia Romagna e Calabria ad esempio - la percentuale dei votanti sia stata al di sotto del 50%, in varie altre appena al di sopra?

Saremo credibili tra qualche mese quando con disinvoltura parleremo della bellezza e del dovere di partecipare, chiedendo ai cittadini di andare a votare?

Non è poi la stessa cosa se a chiedere - sbagliando - di far fallire un referendum è una forza politica di opposizione, oppure un partito di governo, addirittura il premier: in un referendum ci si esprime a favore o contro una legge. Chiedere che fallisca equivale, se ne sia o meno consapevoli, a pretendere il non giudizio, la mancata valutazione da parte di chi, in democrazia, è - dovrebbe essere - il vero sovrano: i cittadini.

Questo aspetto si proietta anche sul referendum prossimo venturo, quello sulla Costituzione. Dopo il compromesso raggiunto al Senato, abbiamo indicato, come necessità per un voto positivo al referendum, l'impegno della maggioranza di governo per approvare, subito dopo, la legge elettorale per l'elezione dei consiglieri regionali-senatori. Mi pare indispensabile ora fare un patto per varare in questa legislatura le leggi attuative dei referendum - anche quello propositivo -, la cui previsione innova la nostra Carta fondamentale, aprendola ancor più alla partecipazione.

Infine, la richiesta di un fallimento del referendum, annebbia l'immagine del Pd.

Doveva essere una sinistra moderna, plurale, europea.

Doveva fondarsi su una discontinuità politica, il cui asse principale è rappresentato dalla partecipazione. I cittadini che guardano a noi devono esprimersi solo sulle persone, attraverso le primarie - che non a caso stanno subendo un processo di logoramento - oppure anche sulle politiche?

Le politiche, i programmi, in caso contrario sarebbero riserva di pochi eletti, poi benevolmente affidati al plauso degli yes men.

Non funziona così. Almeno a sinistra ci vogliono le decisioni, ma se prima non si hanno sedi reali di confronto, non ci si rafforza. Ci si dissolve, prima o dopo. Ognuno di noi - mi capita in questo periodo di dirlo spesso - è chiamato, di fronte ad ogni scelta, a trovare un equilibrio tra etica dei valori ed etica della responsabilità.

Da soli i valori possono portarci alla semplice testimonianza, necessaria ma non sufficiente; la responsabilità, scissa dalla coerenza con i valori, produce, se va bene, pragmatismo, spesso anche spregiudicatezza e cinismo.

Ognuno è chiamato a trovare, nella propria riflessione e negli interrogativi che si pongono alla sua coscienza, ogni volta un equilibrio tra valori e responsabilità: la funzione di un partito è consentire di arrivare ad un equilibrio, coinvolgendo una comunità ampia di persone, e di farlo attraverso percorsi democratici.

Di questo, ancora oggi, c'è bisogno a sinistra.

La seconda riflessione riguarda le Regioni: il referendum è stato promosso da 9 Consigli Regionali, 7 di centrosinistra. Già questo dato dice dell'assurdità di limitarsi ad auspicarne un fallimento. Incredibile e segno della crisi profonda delle classi dirigenti locali mi appare il balbettio e l'eclissarsi, ad ora, di gran parte dei presidenti delle Giunte regionali.

Solo Emiliano - Puglia - la cui Regione è una delle promotrici, e Rossi - Toscana - si sono assunti la responsabilità di una presa di posizione esplicita e di un invito perché si vada a votare.

Gli altri serbano un rigoroso silenzio.

Qualcuno, come ha fatto il presidente della Basilicata alla direzione del Pd, si scusa, si dice turbato perché il referendum assume un valore politico. È vero, non riguarda i centimetri di lunghezza dell'erba delle aiuole.

Il problema, al di là delle battute, non è solo quello di veder rivendicato pubblicamente il famoso "io non c'ero e comunque, se presente non sentivo né vedevo", ma anche una preoccupante attitudine che sembra prendere il sopravvento, per la quale un presidente di Regione non risponde in primo luogo al proprio Consiglio, ai cittadini che lo hanno eletto e che rappresenta, ma è soprattutto interessato ad una attenta collocazione all'interno del proprio partito, ad un'estrema cautela nelle prese di posizione autonomistiche.

Insomma la virtù richiesta sembra sempre più spesso essere quella dell'obbedienza centralistica. Si spiega anche così l'assordante silenzio registrato nel corso della riforma costituzionale, sullo stesso nuovo Titolo V, cioè sulle competenze delle Regioni e sulla funzione dello Stato nazionale.

Sarà il mio vecchio amore regionalista, ma penso che lungo questa strada si può essere chiamati governatori - e la Costituzione non lo prevede - ma si rischia di accompagnare non una riforma seria delle istituzioni, bensì la riduzione delle Regioni a enti amministrativi: più o meno efficienti, ma non protagoniste del rinnovamento, della politica dello Stato né della realizzazione di una democrazia sovranazionale europea.


Vannino Chiti

martedì 5 aprile 2016

Università Cattolica

10 aprile 2016
92a GIORNATA PER L'UNIVERSITA' CATTOLICA


sabato 2 aprile 2016

"Le nuove generazioni sono la nostra speranza per un futuro di pace"


Venerdì 1 aprile, nell’Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia si è tenuto  un incontro dal titolo: “L’impronta di Papa Francesco nella Chiesa: la coerenza di un cattolicesimo praticante nella prospettiva di un nuovo umanesimo“. 

All’iniziativa, promossa dal Centro Studi "G. Donati" e in prima persona dal suo Presidente Giancarlo Niccolai, moderata da don Alessandro Carmignani, sono intervenuti in successione: il Senatore Paolo Corsini; il Senatore Vannino Chiti, ed il Vescovo di Pistoia S.E. Mons. Fausto Tardelli


Prima nota di rilievo: la sala era gremita in prevalenza di alunni dell’Istituto delle Suore Mantellate, del Liceo Classico e dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Socio-Sanitari di Pistoia L. Einaudi. Inoltre due giovani, rappresentanti degli studenti, hanno preso posto al tavolo delle “autorità” a significare che questa iniziativa è stata volutamente rivolta, soprattutto, alle nuove generazioni. Infatti è ad essi che Papa Francesco particolarmente si rivolge, perché siano consapevoli costruttori di un rinnovato umanesimo.
Don Alessandro Carmignani, dopo il saluto di benvenuto agli autorevoli relatori e ai partecipanti si è rivolto nel suo breve ma intenso e sentito intervento specialmente ai giovani. Ha ricordato che un altro titolo dell’incontro, sarebbe potuto essere “Francesco un cattolico praticante” per significare che per il Papa attuale la “realtà” è superiore all’ “idea”. Ha terminato sintetizzando con tre sostantivi la figura del Vescovo di Roma e più in generale del Cristiano: Umiltà disinteresse e Beatitudine. 

L’intervento del Senatore Paolo Corsini, professore Universitario a Parma, è stato una sorta di “Lectio Magistralis” difficilmente riassumibile in poche righe (e per questo sarà pubblicato integralmente in seguito). Ha Presentato Papa Francesco come una personalità dirompente, ricordando il ruolo di pacificazione nei rapporti USA-Cuba, la sua difesa delle minoranze cristiane in Siria ed in Africa. Ha sostenuto che gli assi portanti di questo pontificato sono: il dialogo, il discernimento e la frontiera. Ha ricordato, infine, che la traduzione scorretta lessicalmente, ma pregnante di significato del motto papale è “misericordiando”: l’atteggiamento di Gesù che ci chiama uno ad uno, singolarmente, avendo compassione delle nostre debolezze e amandoci di un amore misericordioso.

L’intervento del Senatore Vannino Chiti, già presidente della Regione Toscana e Presidente della Commissione Rapporti con il Parlamento Europeo del Senato, ha avuto un taglio più personale e “politico” nella sua accezione più alta difficilmente riassumibile in poche righe (anche in questo caso si rimanda alla sua pubblicazione integrale). Tra gli altri aspetti il senatore pistoiese  ha sottolineato la novità dello stile di papa Francesco, sin dalla sua prima apparizione, appena eletto, quando si presentò, dopo l’incipit colloquiale “Buona Sera”, come Vescovo di Roma: preconizzando l’impulso che avrebbe dato all’ecumenismo e richiese agli astanti  di pregare per lui prima di impartire la benedizione Apostolica. Ha ricordato concludendo che non si esce dalla crisi senza “valori condivisi” tra credenti e non credenti (incentrati sui valori della persona umana, della non violenza e del dialogo)  e l’importanza dell’ “Ecologia” ben illustrata dalla enciclica di Papa Francesco “Laudato sii”.

L’intervento di S.E. Mons. Fausto Tardelli è stato così significativo e con note personali che si rimanda alla successiva pubblicazione integrale. Ha colpito l’uditorio quel parlare del papa come: “Uomo di grande Umanità, Uomo di grande comunicativa, Uomo che guarda dentro il cuore, Uomo di Spirito, Uomo che rompe gli schemi.

Il Presidente del Centro Studi "G. Donati" di Pistoia Giancarlo Niccolai stamattina, sulle pagine de La Nazione, ha tenuto a sottolineare quanto fondamentale è la presenza di giovani in occasioni come queste: "C'erano quattro scuole della città che hanno discusso di temi importanti e aggiungerei necessari alla società di oggi. Si parla di un'impronta papale che mira all'integrazione, all'accoglienza, all'umiltà. 
Le nuove generazioni sono la nostra speranza per un futuro di pace".


Al termine ci sono stati numerosi interventi degli astanti:  particolarmente significativo quello di un giovane che ha chiesto quanto fosse “autentica” la figura di Papa Francesco, in un mondo mediatico di finzioni.
La risposta è lasciata al lettore.

Testo di:
Prof. Ing. Ph. D. Carlo Bartoli

Rassegna Stampa 2 Aprile 2016