Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

martedì 22 dicembre 2015

Natale 2015

Centro Studi “G. Donati” Pistoia: Natale 2015

"Non posso sopportare l'idea di dover rivolgere auguri innocui, formali". Così inizia la lettera scritta oltre vent'anni fa in occasione del Natale da don Tonino Bello, vescovo di Molfetta.

 
Prendendo spunto dalle parole di questo uomo di Dio, anche il centro studi "G. Donati" vuole salutare tutti voi amici che in questi anni di attività a favore della pace avete dimostrato il vostro sostegno e la vostra cura all'uomo, a ogni uomo che vive in situazioni di emarginazione, di odio, di violenza e di guerra. Nel lento ma necessario cammino di tutte quelle persone che hanno il coraggio di credere alla pace, non possiamo oggi accontentarci di una espressione che non porti con sé il senso di ciò che celebriamo. Le famiglie che vivono l'emarginazione della povertà, i bambini che muoiono annegati nel cimitero del mar Mediterraneo alla ricerca della sicurezza e di una vita migliore, i rifugiati che nella loro fuga verso la libertà invece di braccia aperte incontrano muri di filo spinato, i tanti giovani ai quali è negato il futuro da sistemi economici che creano ingiustizie sempre più grandi, i popoli che vivono sotto la continua minaccia della guerra: è a tutti questi che siamo chiamati a rispondere con la nostra buona operosità per un Natale diverso.
Allora, cari amici, l'unico vero augurio che oggi può essere condiviso è quello di un buon Natale perché sul nostro vecchio mondo che muore nasca la speranza è la realtà di un mondo pacificato.


Il presidente Giancarlo Niccolai
                       don Alessandro Carmignani

domenica 20 dicembre 2015

Il Presidente delle Comunità Islamiche Italiane incontra gli studenti del Liceo Classico di Pistoia

Lunedì 21 dicembre, alle ore 9, nell'aula magna del liceo Forteguerri-Vannucci di Pistoia, gli studenti incontreranno Izzeddin Elzir, imam di Firenze e presidente dell'U.CO.I.I. (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia). L'evento, dal titolo "CONOSCERE L'ISLAM", è il secondo all'interno del ciclo di incontri previsti sui temi dell'intercultura e del dialogo interreligioso, oggi più che mai al centro di infuocati dibattiti. Il primo incontro, lunedì 26 novembre scorso, con frère John monaco della comunità ecumenica francese di Taizé, fu possibile grazie alla sua presenza in occasione del Premio internazionale della pace, della cultura e della solidarietà intitolato a Giorgio La Pira e promosso dal Centro Studi "G. Donati". Tra l'altro anche lo stesso imam di Firenze è stato insignito dello premio nel 2012. 
Ciò che ha spinto la scuola a promuovere questa serie di incontri, attraverso soprattutto il contributo di alcuni insegnanti, è stata la consapevolezza della necessità di conoscere per comprendere adeguatamente il mondo nel quale viviamo. Soprattutto a partire dai fatti tragicamente noti degli attentati a Parigi, tutti gli studenti hanno manifestato il desiderio di conoscere più a fondo ciò che i media trattano spesso con grande superficialità se non addirittura in modo tale da veicolare informazioni parziali o scorrette sui protagonisti di molti eventi di cronaca. E l'Islam, oggi spesso sul banco degli imputati, è non solo una religione ma soprattutto un mondo che l'Occidente, l'Europa, l'Italia ma anche i giovani sono chiamati a conoscere soprattutto ascoltandone i rappresentanti affidabili così da comprenderlo meglio ed evitare giudizi affrettati o fuorvianti. La conoscenza è la via del dialogo e della convivenza pacifica. E l'imam di Firenze torna a Pistoia, nella scuola, dove le nuove generazioni si formano, per raccontare e per rispondere alle tante domande che gli studenti non mancheranno di porgli. Una considerazione porta ad azzardare come anche la città di Pistoia dovrebbe maggiormente muoversi per attivare percorsi di conoscenza e di scambio fra le diverse culture e le diverse religioni perché il dialogo frutto della conoscenza reciproca e dell'incontro fraterno diventi davvero la rinnovata via per la pace. Quello che la scuola italiana, anche il liceo Forteguerri-Vannucci, cerca di fare attraverso uno stile di accoglienza e scambio che quotidianamente sperimenta nelle proprie classi con i propri alunni.

"CENTRO STUDI G. DONATI" Pistoia: PISTOIA CELEBRA LA PACE

Documentazione fotografica della XXXIII GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE 2015


 














venerdì 25 settembre 2015

Trentatreesimo Premio Letterario Internazionale “GIORGIO LA PIRA” risultati della commissione giudicatrice


Sezione Narrativa

Primo premio all’opera “Chagarrata” di Lazzaro Luigi, Pescara
Secondo premio all’opera  “12 Agosto 1944” di Scarpellini Alessandro, Cascina
Terzo premio all’opera “Insonnia e altre sciagure” di Mitidieri Giuditta, Montale

Segnalazioni:
“Merendine di Natale” di Spagnoli Raffaello, Bovezzo
“Thanks” di Spadafora Serafina, San Giovanni Iato
“L’uomo delle nuvole” di Curatolo Roberto, Milano
“Io credo” di D'Andria Caterina, Pistoia




Sezione Poesia

Primo premio all'opera "Faville di tanta intensità" di Caso Giovanni, Siano
Secondo premio all'opera "Lampedusa" di Consoli Carmelo, Firenze
Terzo premio all'opera "Andare" di Capriotti Antonio, San Benedetto del Tronto

Segnalazioni:
"Il sangue dei migranti" di Gambaruto Leila, Chieri
"Notturno" di Valentini Amelia, Pescara
"Il tesoro più grande" di Aloia Anna, Pantelleria
"Voglia di vivere" di Orifici Rabe Rosita, Messina

Manifestazione di premiazione 29 Novembre 2015

giovedì 20 agosto 2015

IL CENTRO STUDI "DONATI" RICORDA DE GASPERI, DON MINZONI, DONATI: tre "grandi" della nostra storia.

…per fare memoria
 
Di Giancarlo Niccolai *


Il Centro Studi "G. Donati" di Pistoia, ha emesso un documento per fare “memoria" in occasione dell'anniversario della morte di Giuseppe Donati, Alcide De Gasperi, Don Giovanni Minzoni, avvenuta nel mese di agosto; tre "grandi" della nostra storia.

GIUSEPPE DONATI

E' stato una delle figure più significative del cattolicesimo democratico italiano e certamente del giornalismo cattolico.
Instancabile, disponibile ad ogni rischio, democratico impertinente .E' stato soprattutto un credente autentico, mistico insieme, uomo d'azione, coraggioso sino all'imprudenza, precursore ecumenico, organizzatore e quindi leader politico. A noi lascia come "lezione" il dovere dell'intransigenza.

ALCIDE DE GASPERI

Coerente, uomo di fede e grande leader politico, riassume nella sua lezione civile e morale di statista i valori più autentici della tradizione e dell'esperienza democratico cristiana. De Gasperi vede nel processo di unificazione europea, l'antidoto ai pericoli nazionalisti. L'incontro straordinario con Adenauer e Schumarn, nacque il "progetto Europa" per una sfida ai nazionalisti.

DON GIOVANNI MINZONI

Seguì la propria vocazione sacerdotale in quel di Ravenna, un ambiente senz'altro poco fertile a sostenerlo. Minzoni, tuttavia, custodì gelosamente questa sua vocazione. Si impegnò in azioni sociali e l'organizzazione dei contadini e degli operai. Le sue armi furono la fede in Dio, l'attenzione verso i sofferenti, i deboli e i poveri.
Don Minzoni aveva speso la sua vita in semplicità con un agire essenziale e soprattutto nella profonda convinzione religiosa. Fu barbaramente trucidato dai fascisti ferraresi che intesero così di soffocare una voce e una vita che additava a tutti la strada inconfondibile del Vangelo.



*Presidente del Centro Studi "G.Donati" di Pistoia


Pistoia,16 Agosto 2015

mercoledì 22 luglio 2015

Chiti: «Sui temi sensibili resti il bicameralismo»



Dal quotidiano Avvenire

Angelo Picariello
14 luglio 2015



Avviare un confronto serio al Senato dentro il Pd, evitando la scorciatoia dei «transfughi». Vannino Chiti spiega la sua proposta, firmata da 25 senatori Dem, che mette insieme risparmi per 120 milioni con i tagli alle indennità (pur re-introducendo i senatori eletti) e attribuisce maggiori funzioni al Senato rispetto al testo licenziato dalla Camera: «Se l’Italicum risolve il problema della governabilità, non ha alcun senso tenere anche i temi sensibili - dall’intesa con le confessioni religiose alla bioetica, dalle unioni civili al fine vita - nelle materie di governo riformabili col voto di una sola Camera».


Il governo, con il ministro Boschi, si dice disponibile a non forzare i tempi.
Un segnale positivo. Che però può essere finalizzato a due scopi del tutto diversi, ampliare la base del consenso, o creare di un gruppo di cosiddetti "responsabili". Ma il trasformismo è un male delle istituzioni, che toglierebbe ogni credibilità alla riforma.


I senatori, senza vincolo di mandato, potranno dissentire da mutamenti di rotta del proprio partito?
La Costituzione chiama in causa la libertà di coscienza dei singoli parlamentari, ma il fenomeno, qui, è l’esatto contrario: è un dare un prezzo alla propria coscienza in base alla convenienza del momento. Una cosa è cercare il dialogo con i gruppi di Forza Italia, M5S, Sel, Lega (tutti convinti che si debba superare il bicameralismo paritario) per avere il consenso più ampio, rispettando le convinzioni dei singoli. Altra è assecondare fenomeni di frammentazione per evitare il confronto nel Pd.


Di quanto tempo c’è bisogno per completare l’iter?
Se l’intesa da cercare al Senato coinvolgerà anche i gruppi della Camera si può fare in modo che il successivo passaggio a Montecitorio avvenga senza modifiche, evitando ulteriori ping pong. Di modo che per marzo la riforma sia completa, e il referendum si possa tenere per giugno 2016. Ma noi crediamo si debba andare oltre: stipulando un patto che porti a concludere la legislatura regolarmente, nel 2018.


Da Renzi intravede maggiore disponibilità?
È stato lui stesso ad affermare che dopo l’approvazione dell’Italicum vanno valutati nuovi pesi e contrappesi. Come base di partenza una sola Camera che dia la fiducia e abbia l’ultima parola sulle leggi non bicamerali e un Senato ridotto a soli 100 componenti può trovare un consenso quasi unanime. Noi aggiungiamo che si potrebbe intervenire anche sul numero dei deputati, riducendoli a 500, mentre pensiamo che i senatori debbano essere eletti su base regionale con metodo proporzionale, nella stessa tornata che rinnova i Consigli regionali.


Ma Renzi aveva già annunciato che nessun senatore sarebbe stato più eletto.
È già una riduzione scendere da 315 a 100, noi aggiungiamo il taglio di 130 deputati. In più proponiamo un taglio delle indennità da parametrare a quella del sindaco di Roma, che è meno della metà dell’attuale, intorno ai 5mila euro mensili. Con un risparmio complessivo di circa 120 milioni. Inoltre l’elezione diretta dei senatori ne renderebbe più forte la legittimazione, evitando duplicazioni di incarico per consiglieri regionali e sindaci, come è adesso.


E sarebbe funzionale all’ampliamento delle loro materie di pertinenza.
Certo. Fin qui il Senato, nel testo approvato a Montecitorio, interviene sulle leggi costituzionali, leggi elettorali e trattati dell’Unione Europee. Nel nostro documento chiediamo che la Camera si limiti a decidere in unica lettura sulle materie oggetto del programma di governo, e vadano quindi escluse le materie inerenti gli articoli 7 e 8, il Concordato con la Chiesa cattolica e le intese con le confessioni religiose. Altrettanto, temi come il fine vita, o le materie bioetiche, richiedono approfondimento e non la fretta e la determinazione dell’azione di governo, ed è bene che mantengano carattere bicamerale.


Saranno d’accordo nel suo partito, che manifesta fretta sulle unioni civili?
Al di là dei diversi convincimenti che ci possono essere, rispetto a certe tematiche bisogna avere l’umiltà e la pazienza di sciogliere i nodi con l’ascolto e non con i colpi di spada. Se parliamo di pesi e contrappesi, per l’Italicum, aggiungere sul treno rapido della governabilità anche un vagone con questi temi delicati sarebbe un grave errore.


Le battute telefoniche in questi giorni finite sui giornali non rischiano di avvelenare il clima nel dialogo del Pd?
Certo, non aiuta l’idea di una politica che vive di trappole. Certe conversazioni - al di là della loro pubblicazione, discutibile - non ci dovrebbero essere, danno l’idea di una politica che è degenerata nel nostro Paese. La storia della compravendita dei senatori è una vicenda brutta, e più brutto ancora sarebbe archiviarla con l’indifferenza, o peggio, pensare di fare le riforme con processi che evochino di nuovo fenomeni di trasformismo.

giovedì 9 luglio 2015

Grasso risponde a Niccolai: "Memoria e testimonianza alla base della democrazia"

http://www.reportpistoia.com/pistoia/item/24466-grasso-risponde-a-niccolai-memoria-e-testimonianza-alla-base-della-democrazia.html

Centro Sudi “G. Donati”: Pistoia si prepara ad accogliere le XXXIII Giornata Internazionale della Pace “Giorgio La Pira”.


Nel quadro della XXXIII Giornata Internazionale della Pace, della Cultura e della Solidarietà che si svolgerà a Pistoia Domenica 29 Novembre p.v. con il tema “Popoli solidali, ponti di pace nel mondo col coraggio della legalità, accoglienza e riconciliazione” si svolgerà la manifestazione del Premio Internazionale di narrativa e poesia “Giorgio La Pira”, uno degli avvenimenti letterari di spicco per la città di Pistoia.
L’iniziativa, ideata e organizzata dal Centro Studi “G. Donati”, giunge quest’anno alla XXXIII edizione. Il Premio letterario si ispira a Giorgio La Pira, figura intramontabile della nostra storia e simbolo del Premio stesso che in uno dei suoi tanti messaggi espresse il pensiero di “far convergere le città per far convergere le Nazioni”.
Le sue parole semplici ed universali, la sua testimonianza e la sua lezione, sono il suggello di questo Concorso ed anche il grande soffio di speranza che oggi lievita le coscienze degli uomini, come sottolinea il Presidente del Centro Studi “G. Donati” Giancarlo Niccolai.
Oltre quattrocento sono stati i lavori presentati dai concorrenti, ed in questo periodo le commissioni sono al lavoro per definire i vincitori e segnalati di questa XXXIII edizione.
Oggi più che mai il Centro Studi “G. Donati” avverte l’esigenza di proseguire e rafforzare l’impegno a collaborare con le Istituzioni e con tutti quanti si muoveranno, nella nostra città, per la soluzione dei problemi della comunità con senso di responsabilità.

domenica 21 giugno 2015

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Giancarlo Niccolai
Via Borgo Viterbo 30
51100 Pistoia

                               
                                                                                                                                      Egregio Sig. Dott.
Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma


“…Per fare memoria…”


Signor Presidente,
Sono a scriverLe in occasione dell’approssimarsi dell’anniversario dell’attentato che ho subito la mattina del 22 Giugno 1977, ad opera dell’organizzazione eversiva Prima Linea, mentre mi recavo al lavoro nell’azienda di cui ero dipendente, la “Breda” di Pistoia.
Caddi gravemente ferito sotto il fuoco delle P38, ed ancora oggi porto i segni di quella inaudita violenza.
Ero un esponente della Democrazia Cristiana.
Ho sempre creduto ad un cambiamento con la forza delle idee.
Il 29 Marzo 2010 mi è stata conferito con decreto del Presidente della Repubblica la medaglia d’oro di “vittima del terrorismo”.
 Quanto fin qui detto non è certo per porre l’attenzione su una storia che risale a quando Lei era ancora bambino, ma solo per condividere una riflessione che si fa sempre più necessaria, soprattutto in questo momento di grandi contrasti sociali e politici, che rischiano di scivolare pericolosamente su crinali di violenza, che mi fanno ritornare a quegli anni troppo spesso messi da parte o dimenticati dagli stessi contemporanei di allora.
 Purtroppo l’Italia dimostra talvolta di dimenticare il suo passato, ma dimenticare significa perderne traccia, non portarne alcun segno alle nuove generazioni.
Sono riuscito, col tempo, a perdonare proprio coloro che mi spararono, ma questo è un percorso personale. Prima che alla mia persona hanno attentato alla libertà del popolo italiano e alla democrazia repubblicana così faticosamente conquistata attraverso il sacrificio di sangue versato da tanti nostri concittadini. Come me quegli anni, definiti poi “anni di piombo” hanno visto vittime del fuoco scellerato di gruppi eversivi centinaia di persone morte e ferite assurdamente.
Memori di tutto questo dovremmo aver cura di non gettare una spugna su di una fase importante della storia del nostro paese. Sempre più, invece, è il rischio di far scivolare nella dimenticanza una storia della quale non si vuol parlare per non far riaffiorare drammi, mai definitivamente risolti, di una stagione che ha rappresentato uno dei momenti più bui della storia della nostra Repubblica.
 Il nostro è un Paese che dimentica troppo in fretta, non riuscendo a fare i conti col proprio passato. Questo stesso periodo storico talvolta è completamente sconosciuto alle nuove generazioni, quei ragazzi che diventeranno presto i nuovi costruttori di quella democrazia mai conquistata una volta per sempre, coniugando la libertà politica con la giustizia sociale.
 Per questo Le chiedo, Signor Presidente, di farsi interprete di una richiesta che si fa sempre più pressante riguardo la necessità di inserire esplicitamente nella formazione dei ragazzi che sono oggi studenti, la memoria di una fase del nostro passato recente che nelle scuole italiane non viene mai approfondita e quasi mai nemmeno accennata nei programmi di storia.
 Dimenticare il passato mette a rischio il futuro di tutti.
 Deve esse questa generazione, insieme a quelle future, a fare memoria, di quanto è accaduto negli anni ’70 perché ciò che è avvenuto non si ripeta, così da poter costruire un mondo dove la politica diventi sempre più strumento per la ricerca del bene comune.
 Ringraziandola per il tempo che ha messo a disposizione la ringrazio per l’attenzione e Le auguro buon lavoro.

giovedì 23 aprile 2015

25 Aprile: settantesimo anniversario della Liberazione

Centro Studi “G. Donati”, Pistoia: “La Liberazione non è patrimonio di un singolo partito ma di tutti gli Italiani”.


Di Giancarlo Niccolai


Il 25 aprile ricorre, come ogni anno, la Festa della Liberazione. E' una giornata fondamentale per la storia d'Italia, in quanto si ricorda la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista. Assume, dunque, un particolare significato, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza al nazifascismo dei movimenti politici e militari durante la seconda guerra mondiale. Il periodo storico della Resistenza durò circa 20 mesi, dall'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943 ai primi giorni del maggio 1945. Persone di tutte le estrazioni sociali e con differenti ideologie politiche si unirono per ribellarsi alla dittatura. La loro lotta si tradusse in una vera e propria guerra civile che da una parte vedeva gli italiani fascisti e dall'altra gli italiani antifascisti.

Chi combatteva nella Resistenza era partigiano. I partigiani non erano un esercito vero e proprio ma erano civili che si armavano come potevano e si riunivano in gruppi per attaccare il nemico. Il movimento della Resistenza era caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, monarchici, azionisti, cattolici, socialisti, liberali, repubblicani, anarchici), riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (C. L. N.) i cui partiti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra, partecipando attivamente alla nascita della Repubblica. La Resistenza costituisce, quindi, il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica Italiana. Potremmo dire che fu un 'secondo Risorgimento'. Ha scritto l'ex presidente Giorgio Napolitano: "II 25 aprile è una ricorrenza ricca di significati e di implicazioni, possiamo trovare in quell'esperienza motivi forti di orgoglio e di fiducia come italiani, oltre che rendere omaggio a quanti combatterono e a quanti caddero per la libertà e l'indipendenza. La Liberazione non è patrimonio di un singolo partito, ma di tutti gli italiani". E' importante che i giovani conoscano quelle tristi vicende e riflettano sul valore e il significato della Resistenza, collegandola efficacemente al vissuto personale e alle loro quotidiane sfide. Rivolto ai giovani, Pietro Calamandrei diceva: "Dietro ogni articolo della Costituzione dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta".

mercoledì 18 febbraio 2015

“Care ragazze, cari ragazzi”

ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA
E  DELL’ETA’ CONTEMPORANEA IN PROVINCIA DI PISTOIA

Liana Millu

Da una superstite del lager di Auschwitz Birkenau
lettere ai nuovi testimoni



A cura di Mauro Matteucci

Il libro è sostanzialmente un epistolario a tre: la scrittrice Liana Millu, Mauro Matteucci (docente dell’ISA Petrocchi) e gli studenti di alcune classi dell’Istituto. Liana Millu era diventata celebre per il suo libro Il fumo di Birkenau (pubblicato dalla Giuntina) sulla sua esperienza nel lager. La scelta della scrittrice – un’ebrea pisana, poi vissuta per gran parte della sua vita a Genova – fu dovuta al fatto che la classe era in maggioranza femminile e si voleva privilegiare la scrittura di una donna nel descrivere l’inferno concentrazionario del campo di sterminio. La scelta si rivelò felice: la Millu intrattenne con grande freschezza e capacità comunicativa per circa dieci anni, dal 1996 (primo contatto telefonico) fino alla morte avvenuta nel febbraio 2005, un fecondo dialogo con gli studenti del Petrocchi, nonostante il naturale avvicendarsi delle classi. Lo scambio epistolare cominciò nel giugno 1997 in occasione dell’allestimento della mostra Auschwitz. La memoria educante (momento importante sul piano educativo per l’intera scuola pistoiese), ma contatti  con gli studenti c’erano già stati precedentemente, in particolare in occasione della visita della classe I C biennio sperimentale dell’Istituto stesso ai lager di Auschwitz-Birkenau. Da allora s’instaurò un dialogo costante sia per telefono sia per lettera.
La scelta di pubblicare queste lettere ubbidisce a un duplice obiettivo: da una parte ricordare nel decennale della scomparsa (è morta il 6 febbraio 2005) una grande scrittrice, educatrice e testimone, che seppe dare sicuramente una delle testimonianze più toccanti della vita nel lager; dall’altra rivolgere un messaggio, in particolare alle giovani generazioni – a questo fine si ispira la scelta del titolo Care ragazze, cari ragazzi con cui cominciano le lettere inviate agli studenti – di fronte alla complessità del tempo presente, in cui le diversità debbono convivere e arricchirsi vicendevolmente senza portare a scontri cosiddetti di civiltà.  Gli aspetti educativi sono d’altra parte predominanti nelle lettere della Millu: consigli, esortazioni, apprezzamenti. Chi seppe resistere con la sua umanità e resistenza etica alla volontà malefica di chi voleva cancellarle, può dare oggi ai giovani un insegnamento ineludibile basato sui valori fondanti della convivenza civile, come la tolleranza, il rispetto e la cura dell’altro. Proprio per questo a Liana Millu è stata dedicata una pietra nel Giardino dei Giusti di Pistoia presso la parrocchia di Vicofaro.
Il libro è composto di 112 pagine articolate in queste parti:
-        l’introduzione del dottor Roberto Barontini presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia,
-        la prefazione di Mauro Matteucci,
-        le lettere di Liana Millu,
-        nota biografica sulla scrittrice,
-         la postfazione di Piero Stefani, esperto di ebraismo, amico e curatore di alcune pubblicazioni della scrittrice,
-        l’appendice documentaria con articolo di Cesare Sartori su “La Nazione” che riassume i progetti educativi del “Petrocchi”,
-        l’appendice fotografica.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione Caripit.
Mauro Matteucci, curatore dell’opera, è coordinatore del Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo Milani di Pistoia, collaboratore del Centro Studi Giuseppe Donati di Pistoia insieme al quale ha promosso il Giardino dei Giusti di Pistoia congiuntamente a don Massimo Biancalani, parroco della parrocchia di Vicofaro, oltre che docente nei corsi di alfabetizzazione degli immigrati presso l’associazione San Martino de Porres.
                                                                                      
Giancarlo Niccolai – Presidente Centro Studi “G.Donati” - Pistoia