Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

mercoledì 18 febbraio 2015

“Care ragazze, cari ragazzi”

ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA
E  DELL’ETA’ CONTEMPORANEA IN PROVINCIA DI PISTOIA

Liana Millu

Da una superstite del lager di Auschwitz Birkenau
lettere ai nuovi testimoni



A cura di Mauro Matteucci

Il libro è sostanzialmente un epistolario a tre: la scrittrice Liana Millu, Mauro Matteucci (docente dell’ISA Petrocchi) e gli studenti di alcune classi dell’Istituto. Liana Millu era diventata celebre per il suo libro Il fumo di Birkenau (pubblicato dalla Giuntina) sulla sua esperienza nel lager. La scelta della scrittrice – un’ebrea pisana, poi vissuta per gran parte della sua vita a Genova – fu dovuta al fatto che la classe era in maggioranza femminile e si voleva privilegiare la scrittura di una donna nel descrivere l’inferno concentrazionario del campo di sterminio. La scelta si rivelò felice: la Millu intrattenne con grande freschezza e capacità comunicativa per circa dieci anni, dal 1996 (primo contatto telefonico) fino alla morte avvenuta nel febbraio 2005, un fecondo dialogo con gli studenti del Petrocchi, nonostante il naturale avvicendarsi delle classi. Lo scambio epistolare cominciò nel giugno 1997 in occasione dell’allestimento della mostra Auschwitz. La memoria educante (momento importante sul piano educativo per l’intera scuola pistoiese), ma contatti  con gli studenti c’erano già stati precedentemente, in particolare in occasione della visita della classe I C biennio sperimentale dell’Istituto stesso ai lager di Auschwitz-Birkenau. Da allora s’instaurò un dialogo costante sia per telefono sia per lettera.
La scelta di pubblicare queste lettere ubbidisce a un duplice obiettivo: da una parte ricordare nel decennale della scomparsa (è morta il 6 febbraio 2005) una grande scrittrice, educatrice e testimone, che seppe dare sicuramente una delle testimonianze più toccanti della vita nel lager; dall’altra rivolgere un messaggio, in particolare alle giovani generazioni – a questo fine si ispira la scelta del titolo Care ragazze, cari ragazzi con cui cominciano le lettere inviate agli studenti – di fronte alla complessità del tempo presente, in cui le diversità debbono convivere e arricchirsi vicendevolmente senza portare a scontri cosiddetti di civiltà.  Gli aspetti educativi sono d’altra parte predominanti nelle lettere della Millu: consigli, esortazioni, apprezzamenti. Chi seppe resistere con la sua umanità e resistenza etica alla volontà malefica di chi voleva cancellarle, può dare oggi ai giovani un insegnamento ineludibile basato sui valori fondanti della convivenza civile, come la tolleranza, il rispetto e la cura dell’altro. Proprio per questo a Liana Millu è stata dedicata una pietra nel Giardino dei Giusti di Pistoia presso la parrocchia di Vicofaro.
Il libro è composto di 112 pagine articolate in queste parti:
-        l’introduzione del dottor Roberto Barontini presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia,
-        la prefazione di Mauro Matteucci,
-        le lettere di Liana Millu,
-        nota biografica sulla scrittrice,
-         la postfazione di Piero Stefani, esperto di ebraismo, amico e curatore di alcune pubblicazioni della scrittrice,
-        l’appendice documentaria con articolo di Cesare Sartori su “La Nazione” che riassume i progetti educativi del “Petrocchi”,
-        l’appendice fotografica.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione Caripit.
Mauro Matteucci, curatore dell’opera, è coordinatore del Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo Milani di Pistoia, collaboratore del Centro Studi Giuseppe Donati di Pistoia insieme al quale ha promosso il Giardino dei Giusti di Pistoia congiuntamente a don Massimo Biancalani, parroco della parrocchia di Vicofaro, oltre che docente nei corsi di alfabetizzazione degli immigrati presso l’associazione San Martino de Porres.
                                                                                      
Giancarlo Niccolai – Presidente Centro Studi “G.Donati” - Pistoia

                                                                                                        

lunedì 16 febbraio 2015

Vittorio Bachelet: un riformatore autentico e coraggioso

E’ necessario saper vedere i segni dei tempi
e saperli giudicare alla luce della fede.
    


  In un periodo di gravissima cancellazione della memoria, ricordare Vittorio Bachelet ucciso il 12 febbraio di 35 anni fa, può sembrare quasi inutile se non desueto, quando invece significa riaffermare con forza l’importanza di una figura, che seppe lasciare una traccia indelebile sia sul piano del rinnovamento ecclesiale che del diritto costituzionale. Perciò, come promotori del Giardino dei Giusti di Pistoia – in cui una pietra ricorda il grande giurista -  da noi voluto come monito degli spiriti che seppero dire di no in nome del valore universale dell'uomo e della giustizia, intendiamo condividere una riflessione sull’importanza della sua opera e del suo impegno stroncati da un vile attentato delle Brigate Rosse.  Nessuno dimenticherà le bellissime parole pronunciate dal figlio Giovanni nel giorno dei funerali: Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri. 
   Uomo di profonda fede, non abbandonò mai la militanza nell'Azione Cattolica e ne divenne uno dei principali dirigenti nazionali. Nel 1959, Papa Giovanni XXIII lo nominò vicepresidente nazionale e Paolo VI  nel 1964, presidente generale per la prima volta;  venne riconfermato anche per i due mandati successivi, fino al 1973. La missione che gli venne affidata dai due Papi fu rinnovare l'Azione Cattolica per attuare il Concilio, come recita il titolo di un suo libro del 1966. La svolse democratizzando la vita interna dell'associazione in piena coerenza con il rinnovamento conciliare e promuovendo una nuova corresponsabilità dei laici nella vita della Chiesa.
  Negli studi, negli scritti e nel suo insegnamento universitario ebbe sempre la Costituzione come punto imprescindibile di riferimento per il suo impegno come giurista, introducendo profonde innovazioni sul rapporto tra disciplina militare e ordinamento statale,  tra Costituzione e Amministrazione.
  Il suo impegno in politica con la Democrazia Cristiana, che lo portò anche ad esser consigliere del comune di Roma e vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, fu contraddistinto  da una costante attenzione ai bisogni emergenti dalla società secondo un pensiero che dovrebbe ispirare anche i politici attuali: L’impegno politico non è altro che una dimensione del più generale e essenziale impegno a servizio dell’uomo.


Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto don Lorenzo Milani di Pistoia

giovedì 5 febbraio 2015

Liana Millu testimone di memoria e educatrice ebrea


Tra pochi giorni ricorre il decennale della morte di Liana Millu – scomparsa a Genova il 6 febbraio di dieci anni fa – nobilissima figura di testimone della Shoah, sulla quale ha scritto senz’altro uno dei libri più toccanti: Il fumo di Birkenau. Ricordare Liana Millu numero A 5384 di Auschwitz-Birkenau, significa impegnarsi perché nelle nostre esistenze personali e nella nostra vita collettiva vi sia spazio per un vero ascolto della sua voce di Giusta. Crediamo che a pieno diritto l’abbiamo inserita nel Giardino dei Giusti di Pistoia; la scrittrice ebbe un rapporto particolare con la nostra città – che visitò in occasione dell’allestimento della mostra Auschwitz. La memoria educante - con alcuni insegnanti e con gli studenti dell’ Istituto d’arte “Petrocchi”, ai quali seppe dare per anni fortissimi stimoli educativi, intrattenendo un intenso rapporto epistolare attraverso numerose lettere  raccolte in un volume, che uscirà nelle prossime settimane.
    Sapeva leggere con straordinaria acutezza le tendenze del complesso tempo attuale, inviando messaggi di grande contenuto etico, come quello di una  bellissima lettera agli studenti del Petrocchi: Una volta vi ho detto che «il disprezzo, l’indifferenza, la violenza sono i vostri nemici, le forze malvage che possono rovinarvi la vita». Lo ripeto. Ma queste sono le forze negative. Entusiasmo e tenacia sono invece le forze benefiche e io mi auguro che vi accompagnino man mano che andate avanti.
     Voleva che la sua testimonianza fosse affidata ai giovani, ripeteva con amarezza che non bisognava perdere tempo con gli adulti: «Avrebbero potuto sapere, ma non hanno voluto». Peraltro ribadiva spesso la sua visione pessimista della Storia, ma anche del presente: la sua, si può definire una forma di resistenza morale. Invece ai giovani, Liana sapeva parlare in modo lucidissimo e concreto dell’inferno concentrazionario del lager, dove ogni umanità sembrava cancellata. Sapeva soprattutto comunicare che Auschwitz non è un luogo remoto dell’orrore: Auschwitz è in loro, in noi, in ciascuno di noi, quando la prevaricazione contro il debole non suscita più repulsione, ma si fa abitudine, quasi prassi quotidiana, silenzioso supporto all’idea che la vittima  è  responsabile della violenza che subisce e che l’abuso perpetrato nei confronti della dignità umana è connaturato al nostro tempo.
     C’era in lei una costante tensione civile, che la spinse, fino agli ultimi anni di vita, ad andare nelle scuole per incontrare i giovani, intessendo con loro un dialogo franco, instancabile e sempre incentrato su valori alti, come la solidarietà, il rispetto, la cura per l’altro. La sua parola era sempre carica di una compassione profonda, tutelata da un senso supremo della misura. Perciò non è  retorico chiedere proprio oggi, di fronte alle giovani generazioni, a nome  degli adulti, perdono per non aver fatto abbastanza perché voci come la sua incidessero di più sul nostro vivere civile. Consegniamo la sua memoria insieme  alle sue parole, soprattutto perché i giovani, di contro all’insensibilità educativa e alla deriva etica della società attuale, sappiano farne patrimonio incancellabile.

Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani” di Pistoia
Giancarlo Niccolai – Centro Studi “G.Donati” di Pistoia

Don Massimo Biancalani – Comunità parrocchiali di Vicofaro e di Ramini-Bonelle