Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

lunedì 7 marzo 2016

Anniversario Via Fani


 
 IL SASSO, L'OLIVO, L'ACQUA ELEMENTI SIMBOLICI DELLA “MEMORIA STORICA”


13 MAGGIO 1979

INTERVENTO DI GIANCARLO NICCOLAI

PRESIDENTE CENTRO STUDI “G. DONATI”



“FINALMENTE, È GIUNTA A COMPIMENTO L’OPERA CHE IL CENTRO STUDI “G. DONATI” HA VOLUTO DONARE ALLA CITTÀ, A PERENNE RICORDO, PER TUTTI I DEMOCRATICI, DI QUANTO AVVENUTO POCO PIÙ DI UN ANNO FA IN VIA FANI E POI IN VIA CAETANI.

NON È SOLTANTO UN OMAGGIO AL GRANDE STATISTA SCOMPARSO, MA ANCHE E SOPRATTUTTO UN TRIBUTO DI RICONOSCENZA PER IL LUCIDO E SOFFERTO MESSAGGIO DI CIVILTÀ E D’AMORE CHE CI HA LASCIATO.

NON È SOLTANTO UN OMAGGIO AGLI AGENTI CADUTI CON LUI, PRIMA DI LUI, VITTIME E INNOCENTI DELLA FOLLIA POLITICA E DELLA VIOLENZA, MA ANCHE L’ESPRESSIONE DELLA NOSTRA GRATITUDINE VERSO TUTTI COLORO CHE SONO MORTI E CONTINUANO A MORIRE IN DIFESA DELLA NOSTRA INCOLUMITÀ E DELLE ISTITUZIONI CHE IL PAESE LIBERAMENTE SI È DATO.

GIÀ ALL’INIZIO DELL’ESTATE SCORSA NASCEVA IN NOI L’IDEA DI QUELLA CHE I PROGETTISTI ARCHITETTI BASSI, NOSTRI CONCITTADINI, CHIAMARONO UNA “MEMORIA STORICA”, A RICORDO DEI TRAGICI AVVENIMENTI APPENA VISSUTI: NON VOLEVAMO UNA LAPIDE, O UN CIPPO, O UN BUSTO CHE, COLLOCATO IN QUALCHE ANGOLO DELLA CITTÀ, SAREBBE PRESTO PASSATO INOSSERVATO.

NON VOLEVAMO SEMPLICEMENTE COMMEMORARE UN EVENTO, PUR DI SICURA PORTATA STORICA, TALE CIOÈ DA NON POTERNE PIÙ PRESCINDERE NELL’ANALISI DELLE VICENDE POLITICHE DEL NOSTRO PAESE.

LA PROTESTA FERMA, INCONTENIBILE VERSO COLORO CHE CERCANO DI COINVOLGERE L’OPINIONE PUBBLICA IN UN’ATMOSFERA DI RASSEGNAZIONE E DI PAURA, LA VOLONTÀ DI MANIFESTARE CHE NON CI SIAMO LASCIATI INTIMIDIRE E CHE LO SFORZO DI AFFERMAZIONE DELLA LIBERTÀ, NEL CONFRONTO SERENO DELLE IDEE, CONTINUA, SENZA CONOSCERE SOSTE, ANZI RAFFORZATO DALLE DURE PROVE ALLE QUALI CI CHIAMA LA SEVERA REALTÀ QUOTIDIANA, EBBENE TUTTI QUESTI SENTIMENTI SONO STATI LA MATRICE DA CUI È SCATURITA L’IDEA DELLA “MEMORIA STORICA”.

CHIAMARLA “MONUMENTO” SAREBBE SMINUIRNE IL SIGNIFICATO INTRINSECO E DISCONOSCERNE LA PIÙ GENUINA ISPIRAZIONE.

UN EPISODIO DI STORIA DURATO 55 GIORNI AVEVA BISOGNO DI PRENDERE FORMA IN QUALCOSA CHE NON SI LIMITASSE A SUGGERIRE UNA STATICA CONTEMPLAZIONE, BENSÌ RIUSCISSE AD IMPORRE LA MEDITAZIONE ALL’OSSERVATORE, INDUCENDOLO A RIPERCORRERE L’EVENTO NEL SUO SVOLGIMENTO E A RIVIVERLO.

HA COSÌ TROVATO FORMA REALE, GRAZIE ALLA FELICE INTUIZIONE DEGLI ARCHITETTI BASSI, QUELLA CHE PER NOI ERA STATA UN’ISPIRAZIONE GENERATA DA UN BISOGNO SPIRITUALE: NASCEVA IL PROGETTO DI UN “MONUMENTO-LUOGO”, INSERITO NEL TESSUTO CITTADINO, CHE SOLLECITASSE NEL VISITATORE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA AGLI AVVENIMENTI NARRATI, RIPERCORRENDOLI.

NON POSSIAMO NON COGLIERE OCCASIONE PER RINGRAZIARE E MANIFESTARE GRATITUDINE AGLI ARCHITETTI GIOVANNI E GIAMPIERO BASSI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE E L’ESSENZIALISSIMO CONTRIBUTO PRESTATO AL COMPIMENTO DELL’OPERA, CHE HA POTUTO TROVARE REALIZZAZIONE PROPRIO GRAZIE ALLA GENIALE INTUIZIONE ARCHITETTONICA TRAVERSO CUI HANNO CAPITO ED INTERPRETATO LA NOSTRA IDEA, DANDOLE FORMA CONCRETA.

SIAMO A LORO GRATI PER LA DISPONIBILITÀ DIMOSTRATA A STUDIARE, DUNQUE, UNA SOLUZIONE DI TIPO NUOVO, CHE NON HA NIENTE DI MONUMENTALE, CHE NON VUOLE IMPRESSIONARE, MA INVITARE ALLA RIFLESSIONE E ALLA MEDITAZIONE.

QUESTO È IL SENSO VERO DELL’OPERA PROGETTATA DAGLI AMICI BASSI.

IL NOSTRO È E VUOLE RIMANERE UN MESSAGGIO ED INSIEME UN AMMONIMENTO ALLA DIFESA ED AL RISPETTO DEI VALORI DELLA RESISTENZA, CONSACRATI NELLA COSTITUZIONE, DELLE LEGGI E DEGLI ORDINAMENTI CIVILI.

È L’INVITO A NON CONSIDERARE CONCLUSO IN VIA FANI UN CAPITOLO DI STORIA, BENSÌ A MEDITARLO E A RIVIVERLO, PER CONSERVARE DI MORO L’AMMAESTRAMENTO E SEGUIRNE L’ESEMPIO. NON SI È SPENTO L’ECO DEI SUOI AMMONIMENTI NEL TRAGICO AGGUATO DI VIA FANI, ANZI DA ALLORA SI È AMPLIFICATO A DISMISURA.

LA FEDE NEGLI IDEALI DELLA DEMOCRAZIA, NELLA DIGNITÀ DELL’UOMO, NELLA FORZA DELLA LIBERTÀ CHE EDUCA AL RISPETTO DEGLI ALTRI APPARTIENE ORA A CIASCUNO DI NOI.

NEL RENDERE OMAGGIO AGLI AGENTI PERITI: RIVERA, RICCI, IOZZINO, ZIZZI, LEONARDI, NON SCORDIAMOCI CHE NOI TUTTI CONSERVIAMO VERSO DI LORO E VERSO CHI, COME LORO, È CADUTO PER LA TUTELA DEL NOSTRO VIVER CIVILE, UN DEBITO DI AFFETTO E DI PIETÀ CHE CI IMPEGNA A RICOMPORRE UNA FERMA COSCIENZA COLLETTIVA, A REALIZZARE L’ESIGENZA DI UNA LIMPIDA CONCRETEZZA POLITICA, IMPRONTATA AD UNA PERSUASIVA MORALITÀ, AD UNA TENSIONE MORALE DA CUI SCATURISCANO GESTI COERENTI, CHE SIGNIFICHI, IN PRIMO LUOGO PER TUTTI, IL RECUPERO DEL SENSO DELLA VITA CIVILE, CHE COSTITUISCA, SENZA OMBRA DI TENTENNAMENTI, FERMA, MEDITATA CONDANNA, CONSAPEVOLE RIFIUTO DEGLI IDEALI DELLA NON CONVIVENZA, DELLA NEGAZIONE DEL VALORE DELLA VITA UMANA E DI QUELLA LIBERTÀ DI PENSIERO, DI PAROLA, DI ASSOCIAZIONE, DI LIBERO CONFRONTO FRA DIVERSI, CHE SOLA TUTELA DI DIGNITÀ DELL’UOMO E CHE CI È COSTATA TANTO SANGUE.

SI È LEVATA UNANIME, TANTO DA FARCI RITENERE CHE NOI DEL CENTRO DONATI SIAMO STATI SEMPLICEMENTE I TRAMITI E GLI INIZIATORI DI UN SENTIMENTO GENERALMENTE DIFFUSO.

PRONTA RISPOSTA CI È VENUTA DAL CONSIGLIO COMUNALE, CHE HA AVALLATO LA NOSTRA INIZIATIVA, DALLE ASSOCIAZIONI SINDACALI, DAI LAVORATORI, CHE MOLTE ORE DI LAVORO HANNO DONATO PER IL COMPIMENTO DELL’OPERA, DALLA CITTÀ TUTTA OVE L’INIZIATIVA DEL CENTRO DONATI HA RISCOSSO VIVO SUCCESSO: I CONTRIBUTI IN DENARO INVIATICI DAI CITTADINI NON HANNO COSTITUITO SOLTANTO LA BASE INDISPENSABILE PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO, MA HANNO, PER COSÌ DIRE, SUFFRAGATO IL NOSTRO AGIRE DI QUEL CONSENSO POPOLARE CHE TUTTO SOMMATO NON ABBIAMO MAI DUBITATO POTESSE MANCARCI.

RINGRAZIAMO DUNQUE TUTTI, IN MODO PARTICOLARE LE DITTE: ZARRI, BRUSCHI, ATTUCCI, BUGETTI E CON LORO I DIPENDENTI; I GIARDINIERI DEL COMUNE DI PISTOIA; RIGRAZIAMO IL CONSIGLIO COMUNALE; LE BELLE ARTI; LA CITTÀ, PER LA COLLABORAZIONE FORNITA E LA SIMPATIA DIMOSTRATACI, RALLEGRANDOCI PER LA BELLA PROVA DI SENSIBILITÀ DEMOCRATICA CHE NE È USCITA, GIACCHÈ TUTTI HANNO DIMOSTRATO DI NON DISERTARE IL LORO COMPITO ANCHE IN UN MOMENTO DI CRISI PROFONDA E DIFFICILE PER LA STORIA DEL NOSTRO PAESE COME QUELLO CHE ATTRAVERSIAMO, RESPINGENDOSI COSÌ, CON UNA SCELTA FERMA E SICURA, LA BIECA E TRACOTANTE INTOLLERANZA DI CHI LE NOSTRE ISTITUZIONI MIRA A SCARDINARE.

SE DUNQUE SIAMO INDOTTI AD AFFERMARE CHE I TERRORISTI HANNO FALLITO IL LORO OBIETTIVO, IN QUANTO TUTTI HANNO RISPOSTO POSITIVAMENTE, SCORAGGIANDO LE ILLUSIONI DI UN EVENTUALE TRACOLLO DEL SISTEMA DEMOCRATICO, NON PER QUESTO POSSIAMO DIMENTICARE CHE IL DISEGNO DEL TERRORISMO PERDURA E NECESSITA DI UNA LOTTA CONTINUA E PUNTUALE, NON CAUSATA DA IMPROVVISI ENTUSIASMI O SDEGNI.

LA LOTTA AL TERRORISMO, CONSIDERATE LE SUE DIMENSIONI, NON PUÒ CHE ESSERE ASSUNTA COME UNA COSTANTE SIA SUL PIANO POLITICO, CHE SU QUELLO DELLA TENSIONE MORALE E CIVILE INDIVIDUALE.

SE LA RISPOSTA ALLE PROVOCAZIONI SI È LEVATA COSTANTE ED UNANIME DALLE FABBRICHE, DALLE PIAZZE, DALLE SCUOLE, NON ILLUDIAMOCI PER NON CONOSCER SOSTE: I TERRORISTI SANNO BENE DOVE COLPIRE, QUALI SONO I PUNTI DEBOLI DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E DELLE NOSTRE ISTITUZIONI FORSE NON COMPLETAMENTE CONSOLIDATE NELLA MENTE E NEI CUORI DI TUTTI I CITTADINI.

ANCHE SE L’INSEGNAMENTO DI MORO, LA SUA FEDE E LA FORZA DEI SUOI IDEALI NON CI HANNO ABBANDONATO, PERCHÉ NON POTEVANO MORIRE CON LUI, BENSÌ SOLO USCIRNE RAFFORZATI E VIVIFICATI, ASSUNTI QUASI A PROFEZIA, I TERRORISTI SAPEVANO BENE CHE LA SCOMPARSA DALLA SCENA POLITICA DI UNO STATISTA COME LUI NON SAREBBE STATO UN FATTO MARGINALE: E SE LA DEMOCRAZIA NON HA CEDUTO, SE IL GESTO CRIMINOSO NON HA GENERATO PROSELITISMI – COME FORSE SPERAVANO LE BR – MA HA SUSCITATO SOLO ORRORE E DOLOROSA COMMOZIONE, STA DI FATTO CHE IL VENIR MENO DELL’ESPERIENZA E DELLA CAPACITÀ DI MORO HA COSTITUITO UNA PERDITA PER TUTTO IL PAESE.

OCCORRE DUNQUE STARE IN GUARDIA: LA NOSTRA RISPOSTA ALLA SFIDA DEL TERRORISMO DEVE ESSERE UN IMPEGNO DI PRESENZA ATTIVA A SALVAGUARDIA DELLE ISTITUZIONI E DI LOTTA SENZA QUARTIERE A QUESTO FENOMENO; MA DEVE ESSERE ANCHE UN IMPEGNO A DEBELLARE QUELLA PIÙ GENERALE VIOLENZA CHE COVA NELLA VITA QUOTIDIANA E CHE NASCE DA UNA PROFONDA CRISI D’IDENTITÀ CULTURALE, DI SENSO DELLA VITA E DELLA RESPONSABILITÀ.

C’È INSOMMA UNA VIOLENZA NEL QUOTIDIANO DA CONSIDERARE CON ALTRATTANTA APPRENSIONE DI QUELLA CRIMINALE.

GLI STESSI VALORI ETICI DI CUI SONO PORTATORI LE AREE GIOVANILI PIÙ IMPEGNATE, IL MOVIMENTO DEI LAVORATORI, STENTANO A CONTENERE QUESTO EMERGERE DI VIOLENZA CHE SI MISURA NELLA CRISI DELL’IDEA, DI TOLLERANZA E NELLA PROGRESSIVA PERDITA DELL’ABITUDINE AL CONFRONTO.

EBBENE QUESTA VIOLENZA LATENTE, NON IMMEDIATAMENTE RICONOSCIBILE, È PERICOLOSISSIMA, PERCHÉ, PUR NON ARRIVANDO AGLI ESTREMI DELLA FOLLI TERRORISTA, CAMMINA PARALLELA AD ESSA E NE PREPARA IL TERRENO.

LA RISPOSTA ALL’UNA E ALL’ALTRA NON PUÒ ESSERE SOLO UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO E DI EFFICIENZA REPRESSIVA: NELLE COSCIENZE DEMOCRATICHE LA RISPOSTA DEVE ESSERE BENSÌ CULTURALE ED EDUCATIVA, ALL’ALTEZZA DEI TEMPI DIFFICILI.

SI CONSUMAVA DUNQUE, POCO PIÙ DI UN ANNO FA IL TRAGICO MATTINO DI VIA FANI CON L’UCCISIONE DEI CINQUE SERVITORI DEL POPOLO, TROVAVA IL SUO DOLOROSO EPILOGO IN VIA CAETANI L’ASSURDA, ATROCE AGONIA DI ALDO MORO, COLPEVOLE DI UNA VITA DI UOMO E DI POLITICO SENZA OMBRE.

QUELLO CHE VERAMENTE RIMANE TRA LE COSE DA FARSI È L’AVVENIMENTO DI MORO A CUSTODIRE RELIGIOSAMENTE IL CULTO DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA COME CONQUISTA CIVILE DI OGNI GIORNO, AD OGNI LIVELLO; CONQUISTA CHE PRESUPPONE UN MATURO SENSO DEL DOVERE DA PARTE DI TUTTI, CHE SI CONCRETI NELL’IMPEGNO A COMBATTERE L’INGIUSTIZIA ED A FAR TRIONFARE EQUITÀ E RAGIONE.

QUESTO RIMANE A TUTTI GLI ITALIANI, QUALUNQUE SIA IL LORO ORIENTAMENTO IDEOLOGICO: UNA LEZIONE DI VITA SPESA AL SERVIZIO DI UN IDEALE DI LIBERTÀ E DI CIVILTÀ CHE, AL DI LÀ DI TUTTI I PARTICOLARISMI ED I CINISMI DI UNA STAGIONE SEVERA, RIMANE CHIARO E LUMINOSO NELLA MENTE DEI PIÙ.”

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