Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

martedì 15 marzo 2016

Intervento del Senatore Vannino Chiti sulla strage di Via Fani


INTERVENTO DELL'ON. VANNINO CHITI SULLA STRAGE DI VIA FANI

"Sono passati 38 anni dai tragici fatti di via Fani: le Brigate Rosse misero in atto un'azione di tipo militare e operarono una strage per rapire il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Nell'azione persero la vita i 5 uomini della scorta. Fu uno degli attacchi più duri alla nostra democrazia.
Quel giorno, e meno di tre mesi dopo quando Moro venne ucciso, cambiò il corso della storia del nostro Paese. Era la stagione della "solidarietà nazionale", sostenuta da tutti i partiti democratici, anche dal Pci.
Rappresentava l'approdo di un percorso difficile, faticoso e coraggioso intrapreso da Moro e dal segretario del Partito Comunista italiano Enrico Berlinguer. Dalla primavera del 1978 quell'impegno politico perse il suo slancio e, innanzi tutto, uno dei due protagonisti.
L'Italia seppe sconfiggere il terrorismo, sia quello rosso che quello nero.
Grazie all'unità delle forze politiche e sociali, ad una grande coesione nazionale e istituzionale.
Aldo Moro è stato un uomo politico che ha posto come priorità nella sua azione il dialogo, il confronto costruttivo, guardando all'interesse del nostro Paese.
Il suo messaggio e impegno restano quanto mai attuali: lavorava costantemente per allargare le basi della democrazia, aprendo anche a strade innovative, sfidando resistenze e conservatorismi. Il mondo da allora è molto cambiato, ma nel 2016 ci troviamo a vivere una sfida simile, seppur per ragioni diverse: la nostra democrazia deve rinnovarsi per poggiare su basi più solide. Subisce ovunque l'attacco dei populismi e del terrorismo. Abbiamo bisogno di modificare le forme di partecipazione.
La nuova dimensione globale richiede una risposta che sia anch'essa sovranazionale. È indispensabile rafforzare la presenza ed il ruolo dell'Onu; in Europa realizzare compiutamente la democrazia sovranazionale.
Abbiamo bisogno degli Stati Uniti d'Europa.
Come nel 1978 dobbiamo unire cittadini e istituzioni per affermare nel quotidiano della nostra vita i valori della non violenza, della solidarietà, dell'uguaglianza, del pluralismo.
Aldo Moro e Enrico Berlinguer erano lontani da ogni tentazione di fondamentalismi culturali e ideologici. Il metodo di Moro era la paziente ricerca della persuasione. Dirigere, convincendo.
Ebbe la lucidità di provare a capire il significato, le ragioni, dei movimenti giovanili di protesta del ’68. Era consapevole che senza ascolto e dialogo da parte delle istituzioni con i cittadini, e in primo luogo le giovani generazioni, si sarebbe potuto avere un indebolimento della democrazia, un suo impoverimento. È un insegnamento che dobbiamo saper tenere presente e valorizzare: ci è indispensabile anche in questi anni difficili.
Moro è stato un leader politico, un uomo delle istituzioni ma anche un esponente della cultura.
Nel 1946 fu nominato vice presidente della Democrazia Cristiana, eletto all'Assemblea Costituente mentre contemporaneamente sviluppava la sua esperienza di professore all'Università di Bari.
Gli anni della Costituente furono un periodo fecondo per l'Italia e per le sue istituzioni. Una generazione giovane, ricca di interessi culturali e di ideali, entrava nella politica, costruiva la Carta fondamentale dei valori e delle regole della Repubblica Italiana.
Nell'Assemblea dialogarono e si scontrarono tutte le componenti che avevano partecipato alla Resistenza, sapendo però sempre trovare una sintesi, delle convergenze nell'interesse dell'Italia, con uno straordinario sforzo di pensare al nostro futuro. Anche questo è un insegnamento che la società e gli esponenti della politica non dovrebbero mai dimenticare."

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