Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

lunedì 20 agosto 2012

Una politica democratica: Donati, Minzoni e De Gasperi, esempi per la politica di oggi.


Il Centro Studi “Giuseppe Donati” vuole ricordare, in questo agosto così caldo, non solo dal punto di vista meteorologico ma soprattutto politico e sociale, tre figure che in questo mese sono morte e che nella loro vita si sono distinti, oltre che per la loro fede religiosa, per la strenua difesa degli ideali di pace, di solidarietà e di democrazia quali Giuseppe Donati, Alcide De Gasperi e Don Giovanni Minzoni.
Giuseppe Donati, una delle figure più significative del cattolicesimo democratico italiano, costretto ad abbandonare la patria in seguito ad un’inchiesta sul delitto Matteotti, morì a Parigi nella più estrema indigenza il 16 agosto 1931 . Donati, già aderente al Partito Popolare di Don Sturzo, diventò anche direttore del giornale del partito, “Il Popolo”, attraverso le cui pagine si schierò apertamente contro il regime fascista.
Alcide De Gasperi, cofondatore e dirigente della Democrazia Cristiana, morto il 19 agosto 1954, si è sempre battuto contro le élite che hanno cercato di monopolizzare il potere economico e la loro avidità schierandosi al fianco dei più poveri e dei disoccupati con la sua politica di ispirazione cattolica e volta alla giustizia sociale. Grande oppositore del fascismo, fu anche imprigionato dal regime e, dopo la liberazione dell’Italia, il suo governo fu il primo improntato sull’impegno umano e politico, volto a rinnovare l’Italia di quel tempo.
Don Giovanni Minzoni, già cappellano durante la prima guerra mondiale e membro del Partito Popolare, si distinse per il suo impegno in ambito sociale e per la lotta ed il disprezzo verso il regime fascista che lo portò però a subire l’aggressione di due squadristi che lo uccisero a bastonate il 23 agosto 1923.
L’attuale classe politica, in un momento di profonda crisi economica ma soprattutto sociale come questo, dovrebbe tornare a cogliere quei fiori di democrazia e solidarietà che queste tre grandi personalità avevano piantato e che, oggigiorno, troppo spesso vengono dimenticati, soppiantati da una politica che guarda al potere – che divide – e non alla solidarietà – che unisce.


Manuel Cesarini
Responsabile comunicazione Centro Studi “G. Donati”

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