Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

sabato 10 gennaio 2015

Restare umani per costruire una vera pace

La terza guerra mondiale a pezzi di cui parla spesso papa Francesco - in questo purtroppo ignorato colpevolmente dai media e non solo da loro – è arrivata a lambire terrificante e omicida le nostre case, lasciandoci costernati e atterriti. Eppure ogni giorno vediamo sui nostri televisori le spaventose scene di stragi e di morte – spesso in nome della religione - delle eterne guerre in Medio Oriente, in tante regioni africane, nell’Europa dell’Est, con la dissoluzione di interi stati e milioni di vittime civili. Intanto si lucra con il criminale mercato delle armi e le diplomazie rimangono inerti…
 In maniera orribile, fondamentalisti islamici reduci da esperienze di guerra in Medio Oriente, hanno colpito nel cuore di una delle capitali della cultura europea, Parigi. La strage da loro pianificata e realizzata ha seminato la morte in due simboli della città, la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e il supermercato ebraico Hyper Cacher, unendo l’attacco alla libertà di critica e di espressione a quello a una minoranza da sempre  oggetto di odio e di violenza nella storia.
Vogliamo subito affermare che non può esserci civiltà democratica laddove la satira e la critica, anche le più aspre, a ogni istituzione – comprese quelle religiose – non sono consentite, così come le minoranze di qualsiasi tipo non godono del pieno diritto e rispetto. L’atto di guerra – ancora più esecrando perché portato contro inermi – è stato compiuto in nome di Dio e della religione. Perciò ribadiamo che la laicità più rigorosa e rispettosa dei valori umani è l’unica salvaguardia contro la violenza che si nasconde dietro il fondamentalismo religioso.
Appare inoltre estremamente grave – come fanno alcuni politici, magari per calcoli elettorali -chiudersi in una dimensione identitaria predicando il ritorno alle radici cristiane e ai valori dell’Occidente, in realtà per incitare all’odio antislamico e verso gli immigrati e per rifiutare nei fatti la ricerca di soluzioni politiche aperte all’accoglienza e all’integrazione.
Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà alle vittime innocenti e alle loro famiglie, non possiamo che ribadire il rifiuto di ogni violenza e intolleranza, riaffermando il nostro impegno nel costruire percorsi concreti di pace. Ricordiamo a questo proposito le bellissime parole, pronunciate nella cattedrale di Pistoia in occasione del conferimento del Premio Giorgio La Pira, da Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio dei Tutsi del Rwanda:
Se le religioni s'ispirassero all'amore per la persona umana - come dicono gli insegnamenti contenuti nei libri religiosi - le guerre non sarebbero più un'arma in nome della pace. Si tratti della Torà, della Bibbia o del Corano o di altri, nessuno di questi libri ci dà un messaggio di odio: ci insegnano  tutti l'amore che viene da Dio e che Lui offre gratuitamente agli uomini. Non si può parlare  di pace quando si uccide in nome della pace.

Giancarlo Niccolai – Centro Studi “G.Donati” di Pistoia

Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani” di Pistoia  

           

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