Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

lunedì 13 marzo 2017

Intervista a Don Alessandro Carmignani



LEGGERE I GIOVANI:
Don Alessandro Carmignani, insegnante al liceo Forteguerri di Pistoia e parroco a Marliana racconta la sua esperienza con i giovani e risponde ad alcune domande sulle loro attese.

Domanda:
Quali sono le problematiche  più diffuse   legate al mondo dei giovani    che  hai riscontrato in   questi anni  fino  ad oggi  in  base alla  tua  esperienza  di  insegnante  e  parroco?

Risposta:
Il mondo giovanile è da sempre una realtà magmatica calda a tal punto che talvolta rischia di bruciare chi si avvicina senza essere disposto a toccarla con attenzione: proprio qui però sta la sua bellezza. È difficilissimo categorizzare i giovani, anzi è addirittura sbagliato, fuorviante. I giovani sono in continuo movimento anche se talvolta rischiano un ripiegamento su di sé, di non comprendere fino in fondo il ruolo e la capacità di trasformazione che possono imprimere alla società nella quale sono inseriti, con tutta la sua complessità. La realtà nella quale vivono, che è insieme pericolo e opportunità, rischia di fiaccare irrimediabilmente quelle energie vitali proprie delle nuove generazioni. Le paure e i timori ma anche le attese e i desideri dei giovani continuamente e sempre più velocemente cambiano. Oggi molti giovani sono intimoriti dal futuro, tempo colorato a tinte fosche, che vedono sempre più carico di sterilità, incapace di essere un tempo generante: gli annunci che odono sempre più forti urlano che il domani sarà peggiore di ieri. Sono i profeti di sventura che oggi fanno la voce grossa e che fanno grande presa su strutture ancora così fragili come sono quelle dei ragazzi. Linconsistenza delle promesse di cui vengono fatti oggetto dalla politica, dalleconomia ma anche dalla religione li pongono in una condizione di debolezza dalla quale non sempre riescono a uscire. La mancanza dellampiezza di vedute, tipica di ogni scelta nel nostro tempo, porta tanti giovani a cercare di godere tutto e subito: è un respiro corto che provoca insoddisfazione e mancanza di vera progettualità. Eppure i giovani sorprendono spesso tirando fuori energie inaspettate, slanci di generosità capaci di generare novità insperate.

Domanda:
Questa è una generazione "iperconnessa" in merito  a  questo  come è possibile intervenire  per  promuovere  una cultura  adeguata?  

Risposta:
La rivoluzione digitale è una grande opportunità per i giovani, e questo è stato da loro immediatamente compreso. La possibilità di raccogliere informazione è esponenzialmente aumentata rispetto a solo pochi anni fa ma ciò che ancora manca è una capacità di sintesi senza la quale si perde il senso del tutto. La connessione di cui ci rende capaci il mondo virtuale rischia però di chiudere i giovani in un guscio che non è capace di connetterli con il mondo reale, quello delle relazioni interpersonali vissute in luoghi fisici che nemmeno la città mette loro a disposizione. I giovani chiedono luoghi dove potersi incontrare eppure non sempre riescono a viverli a fondo secondo le potenzialità che mettono a loro disposizione. Trovano opportunità di amicizia più facilmente nei luoghi informali che proprio per questo rendono fluido ogni incontro. È la cultura dellincontro quello che la società è chiamata a sollecitare per sostenere i giovani nella loro ricerca: i social network sono unoccasione tanto straordinaria quanto ambivalente e pericolosa. 

Domanda:
In che  modo  si può  aiutare   i giovani ad una  scelta   di  vita   e di fede? Attualmente  si parla oggi di una generazione sprecata, di una  generazione liquida, di   giovani  ribelli o bamboccioni... tu  che ne pensi?

Risposta:
Credo sia importante uscire da una serie di luoghi comuni che non sempre riescono a descrivere adeguatamente la realtà giovanile. Incasellare i giovani ci fa sentire più sicuri e maggiormente pronti a dare delle risposte. In realtà molti parlano dei giovani ma pochi parlano con loro, valorizzano del tempo con loro: è molto faticoso farlo. I giovani hanno grande desiderio di spiritualità, di trascendente. Credo sia importante dare loro spazio e tempo per esprimere ciò che già hanno senza cercare di riempirli come fossero dei contenitori. C’è già tutto dentro di loro: agli adulti spetta aiutarli perché possano esprimere ciò che già c’è e perché lo possano fare con creatività e fantasia: lasciare spazio, dare credito. Per quanto riguarda la spiritualità sono confusi come lo sono stati da giovani gli adulti di oggi: niente di nuovo sotto il sole. C'è bisogno di testimoni credibili, di uomini e donne che sappiano prendersi a cuore le fragilità del mondo di oggi e che cerchino di dare la loro piccola risposta. Oggi molti giovani non dicono no alla religione: dicono no a certa religiosità rituale e vuota, lontana dalla vita, incoerente con quanto predica, una religiosità strutturata secondo logiche di potere mondane.

Domanda:
Abbiamo  davanti  quotidianamente dei  fatti   di violenza  che rappresentano le  nuove  problematiche  emergenziali di  cui sono protagonisti proprio i giovani; come  ti senti di spiegare  questo loro atteggiamento ?

Risposta:
Anche i giovani si rendono protagonisti di atteggiamenti e gesti di violenza ingiustificabili ma che vanno compresi allinterno di una sistema valoriale dove denaro, potere e successo sono gli obiettivi da raggiungere a ogni costo. È un clima di violenza nel quale i giovani vivono e dal quale sono parzialmente influenzati. Eppure così spesso sanno andare oltre, sanno essere protagonisti di una solidarietà e di gesti disinteressati che interrogano il mondo degli adulti: i giovani sono migliori degli adulti.

Domanda:
Nel documento preparatorio   del sinodo   si vuole sottolinare  che i giovani  sono soggetti   e non 'oggetti'. La chiesa ribadisce che tutti i giovani, nessuno escluso, hanno diritto di essere accompagnati nel loro cammino. Come si può trasformare concretamente l'invito a diventare una comnunità responsabile e rispondere atale invito?

Risposta:
Il prossimo sinodo dei vescovi avrà come protagonisti i giovani. La speranza che molti di loro hanno è che questa possa diventare unoccasione per superare una visione sacramentocentrica della loro educazione religiosa e alla quale la chiesa è ancora oggi fortemente legata, purtroppo! I giovani sono scoperta, vita, esperienza di fede, condivisione di progetti, apertura al nuovo che si affaccia nel mondo. I temi dellambiente, delle migrazioni, dei diritti civili, della dignità del lavoro, della pace sono centrali nella riflessione e nella vita dei giovani. Le esperienze di volontariato che i giovani fanno dovrebbero far maggiormente riflettere coloro che dicono di interessarsi di loro. Anche la chiesa non può e non deve rimanere ferma al palo: se non si dovesse accorgere di questa necessità e non dovesse mobilitarsi per rispondervi al più presto, tradirebbe il suo stesso mandato.

Domanda:
Quali sono oggi le figure di riferimento per i giovani? 

Risposta:
Più che figure di riferimento oggi i giovani cercano esperienze significative che possano diventare sorgente nel loro cammino. Esperienze di solidarietà, di condivisione, di ricerca dellessenziale: questo è ciò che il mondo degli adulti deve contribuire a far assaporare ai giovani. Testimoni, non maestri. E figure capaci di percorrere un pezzo di strada insieme con loro.

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