Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

venerdì 5 maggio 2017

Editoriale di mons. Giordano Frosini uscito sul settimanale "La Vita"

Un abbraccio straordinario

L’abbiamo visto in diretta televisiva e riprodotto dalla stampa, l’abbraccio con cui papa Francesco ha salutato il grande Iman di al-Azhar, la massima autorità dell’islam sunnita. Un abbraccio per niente convenzionale e distaccato, come si usa fare nei rapporti diplomatici (ed ecclesiastici), ma un abbraccio vero, schietto, caloroso, perfino affettuoso, che ha visibilmente sorpreso anche colui al quale era diretto. Il calore e lo slancio tipici di coloro che si amano, che ha commosso anche quelli che l’hanno visto di lontano e che si sono istintivamente aggregati allo scrosciante applauso dei diretti testimoni. Papa Francesco è fatto così: tutto d’un pezzo, egli ignora le mezze misure e senza falsi pudori manifesta all’esterno i suoi prorompenti sentimenti. Chi conosce la storia dei due protagonisti saluta nell’avvenimento il tipico fatto che incarna e riassume in sé un vero e proprio segno dei tempi. Una storia lunga, per niente pacifica, come è risultato anche dai loro interventi, una storia giunta a una svolta epocale. Più che di papa Francesco, la virata è dell’intera chiesa cattolica, che ormai da tempo, in particolare a partire dal concilio Vaticano II, riguarda con occhi di comprensione e di amore, le diverse religioni che popolano la faccia della terra, in particolare le religioni monoteistiche del bacino del Mediterraneo, provenienti, come lei, da Abramo, il comune padre della fede. Come non ricordare a questo proposito il pensiero e l’opera di Giorgio La Pira che già in tempi lontani si è fatto promotore di una iniziativa di pace e di collaborazione, religiosa e politica, di ebrei, cristiani e musulmani, che in alcuni momenti del passato ha dato segni di vitalità e lampi luminosi di straordinaria civiltà?
Il messaggio è anzitutto rivolto ai cristiani dei nostri paesi non più abituati a questo stile di fraternità, che ormai fa parte irreversibile dello spirito cristiano. Ai seguaci dell’islam aveva riservato parole di comprensione e di amicizia il concilio Vaticano II, quando, parlando delle diverse religioni, aveva dedicato un intero paragrafo all’islam, assicurando che “la chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini”, e che “hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno”. Se non professano la divinità di Gesù Cristo, non è detto che non possano salvarsi, in virtù dei loro comportamenti e per i meriti del Salvatore che pure non hanno riconosciuto. Fratelli di fede da rispettare, voler bene, e da cui i cristiani possono benissimo ricevere insegnamenti ed esempi di autentica vita religiosa.
Se alcuni di loro, interpretando a loro modo le parole del Corano, praticano oggi l’esercizio di una violenza spietata, ci ripete ancora il papa con il suo abbraccio, non dobbiamo estendere la nostra condanna a tutti i correligionari, anche se possiamo chiedere, come ha fatto ancora il papa, alle loro autorità di fare tutto quello che è possibile perché questa spietata persecuzione abbia a finire. Del resto, il grande Iman sunnita, nel un suo intervento, ci ha ricordato in belle maniere che tutte le religioni, compresa la nostra, hanno qualcosa da farsi perdonare in questo senso.
In ultimo, l’abbraccio vuole ancora significare che il cristianesimo è sempre e dovunque la religione della misericordia e del perdono e che la risurrezione di Cristo ha dato inizio al mondo nuovo, in cui regnano l’amore, la concordia e la pace. Papa Giovanni era solito dire che il cristiano non ha nemici per parte propria. È convinzione comune che la pace fra le religioni è la prima condizione per la fondazione di un mondo pacificato nella giustizia e nell’amore. I viaggi e i gesti di papa Francesco questo vogliono ricordare a tutti i cristiani che non di rado si lasciano andare ad atteggiamenti che di evangelico hanno ben poco o nulla. La richiesta della distinzione della sfera politica da quella religiosa è risuonata chiara nelle parola di papa Francesco, portatore di quella distinzione liberatrice fra Cesare e Dio dichiarata dallo stesso Gesù. Il dialogo sincero fra le due religioni può riservare giorni migliori per una umanità dissestata, sempre in stato di guerra e sull’orlo di un conflitto atomico che potrebbe segnare per sempre la sua fine. Per questo dobbiamo tutti ringraziare dal profondo del cuore papa Francesco.
Giordano Frosini

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