Premio Letterario Internazionale di Narrativa e Poesia "Giorgio La Pira"

Il mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano “convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerraGiorgio La Pira

sabato 10 giugno 2017

La città armoniosa, editoriale di mons. Giordano Frosini dal settimanale "La Vita"

Le città hanno anche i loro poeti. Fra questi, impossibile non ricordare il grande Charles Péguy, morto nella prima grande guerra sul fronte della Marna, dimenticato nel suo tempo e riscoperto più tardi soprattutto per opera di alcuni teologi cattolici, che videro in lui un impareggiabile cantore della speranza cristiana, autore di una originale e utopica riflessione dal titolo la “Città armoniosa”, di cui più tardi Giorgio La Pira raccolse il fascino e l’ispirazione. La città armoniosa è la città della solidarietà, della fraternità, l’esaltazione convinta del bene comune, la casa del bene comune, se vogliamo, per sineddoche, il bene comune in se stesso, come concentrato e solidificato nelle sue mura. “La città armoniosa – afferma – ha per cittadini tutti i viventi che sono anime, tutti i viventi animati, perché non è armonioso, perché non conviene che vi siano in essa anime straniere, perché non conviene che vi siano in essa viventi animati stranieri”. Anche se proviene da lontano, nessuno nella città è forestiero: essere straniero nella città è una contraddizione in termini. In essa tutti senza eccezione, sono legati da vincoli di amicizia, di collaborazione, di affetto, mossi da intenti collettivi, che si riassumono nel concetto fondamentale di bene comune, da intendersi, secondo il concilio Vaticano II, non tanto come la somma dei beni di ciascuno, ma “come l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi come ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”.I cittadini sono uniti insieme da vincoli strettissimi, le loro anime individuali sono collegate fra loro fino a formare insieme un’anima collettiva. Per questo la città armoniosa non è la città della rivalità, la città della gelosia, la città della contesa: anche il suo pluralismo religioso, culturale e politico è contenuto nei limiti della comunione, della collaborazione e della ricerca delle unicke finalità comuni. C’è un’anima della città e “quest’anima vive e realizza la sua forma senza deformare le anime individuali e le anime familiari e le anime amicali da cui è nata”. Nella città armoniosa tutto riposa nell’ordine e nell’armonia, senza deroghe e senza sbavature.In questa città spira il vento dell’utopia. Per questo il suo ideatore è sempre stato considerato come uno dei grandi utopisti della storia, che ispira i suoi pensieri alla rivelazione della Gerusalemme celeste, la madre di tutte le utopie che hanno punteggiato la nostra storia. Egli sa bene che questa città nel mondo non esiste, non esisterà mai, tanto è il peso della materia, della “carne”, dell’egoismo che l’uomo porta sempre con sé. Ma la funzione dell’utopia è quella di spingere sempre in avanti, nella convinzione che l’ideale prospettato non sarà mai totalmente raggiunto, ma che, nonostante questo, esso potrà e dovrà sempre esser avvicinato. L’utopia è spinta, è proiezione, è calamita che attira e non concede riposo. Un richiamo e un impegno diuturno per chi abita la città e per chi si accinge a presiederla e a guidarla. Un onore certo, anzi un grande onore, ma anche un onere, un servizio, una donazione che chiama in causa l’intelligenza, la volontà, il cuore, il sentimento, l’intera personalità con tutte le sue ricchezze e potenzialità. Per il cristiano in particolare l’attività politica è un esercizio di carità e un contributo di speranza, una delle attività più nobili, se non la più nobile, delle attività umane.

La società in crisi moltiplica la necessità del rinnovamento delle nostre città. La politica non potrà che rinascere anzitutto laddove è nata: cioè nella mura domestiche delle città che noi abitiamo giorno per giorno, il luogo della nostra storia collettiva e individuale, la patria dei nostri sogni e dei nostri progetti. Politica è propriamente l’arte e la scienza di edificare e governare la polis, cioè la città. Il Bene Comune del paese nel suo intero è la somma dei beni comuni faticosamente realizzati nelle nostre città, grandi e piccole, compresi i nostri paesi, dove più forti si fanno i vincoli di amicizia, di fraternità o addirittura di parentela. Un augurio che nasce spontaneo nel momento in cui si stanno rinnovando le amministrazioni locali, accompagnato da parte di tutti dall’impegno di partecipazione responsabile all’evento con la scelta oculata delle liste e dei candidati, che ci devono guidare nel nostro futuro.

Giordano Frosini

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